Nelle foibe del Carso
Se trovate in quei burroni profondi
Che in vita chiamavo foibe,
uno scheletro legato con il fil di ferro
ad un altro scheletro,
legato ad un altro scheletro
e a un altro ancora,
quello son’ io.
Non cercatemi in un posto qualunque,
in un fosso o in una buca.
Io giaccio
in quei recessi contorti
che si chiamano foibe.
Avvolgetemi, ve ne prego,
in un drappo bianco
E restituitemi ai miei cari,
alla mia Patria e alle cose di Dio.
Non odio nessuno e perdono tutti.
Solo un’ultima cosa vi chiedo:
aprite gli occhi dei vostri figli
sulla verità!
Cagliari 10 febbraio 2005