"La tua terra abbandonala se temi un'oppressione e lascia che la casa pianga da sola chi la costruì: tu puoi trovare una terra che ne vale un'altra, ma la tua vita non hai da sostituirla"
Ho intinto una punta di cuore nell'inchiostro blu profondo, affondato nel velluto delle notti limpide, traforate soltanto dai fiotti di raggi come spade d'argento.
Luce di stelle, scrosci di pulviscoli notturni attraversati da ombre.
Sulle spiagge del sud, distesi supini a guardare il cielo, vi accorgete che la luce prorompe dalla volta celeste come acqua cristallina dai fori di una diga, come se ogni crepa di luce potesse dilatarsi e sfondare la sacca nera del cielo appena tra un istante, lasciandovi col fiato fermo in gola finché non distogliete lo sguardo.
Molti anni addietro ai tempi dell'adolescenza scrissi sul diario di scuola una frase tradotta dall'arabo, di non so quale libro, di non so quale autore:
"Abbandona la tua terra se temi un'oppressione..."
Questo diritto universale di una persona di cercare nel mondo la propria patria, di respirare l'aria, bagnarsi nelle acque, calpestare la terra, qualunque terra dove ci sia spazio per vivere.
Oggi ad appena due giorni dalla giornata mondiale del rifugiato, che si celebrerà il 20 giugno, i quotidiani e la stampa diffondono a ripetizione notizie sulla chiusura delle frontiere, pattugliamenti, costruzione di muri, che dovrebbero impedire il passaggio di chi teme un'oppressione.
Sul sito del nostro Ministero dell'Interno in un breve resoconto della riunione del Consiglio dei ministri della UE in Lussemburgo: si parla di "sistema di rimpatri europeo" e di "hot spot" ovvero centri di identificazione e cernita dei migranti in modo da separare coloro che hanno "diritto" alla status di rifugiato dagli immigrati per ragioni economiche, che invece si pensa di dover rimpatriare. La Francia intanto pattuglia i confini ed è di oggi la notizia del ritrovamento di due immigrati morti sui binari della ferrovia, già in territorio francese in prossimità di Mentone, a Ventimiglia invece prosegue la protesta dei migranti rifugiatisi sugli scogli. L'Ansa fa sapere che l'Ungheria ha in programma la costruzione di un muro al confine con la Serbia per impedire il passaggio degli immigrati.
Penso ai due morti sui binari... non avevano null'altro da perdere se non la propria vita e l'hanno persa. In questo gioco perverso l'Europa vede messo a rischio il proprio privilegio di benessere, ma il migrante è uno che ha portato con sé nient'altro che la propria vita e può giocarsi soltanto quella: certo sono persone inermi, ucciderle o lasciarle morire di stenti dietro un filo spinato non è difficile, ma almeno chi lo fa sarà costretto a tirare giù la maschera ipocrita del civile democratico che ha scritto la carta dei diritti umani inalienabili, perché certo il diritto alla vita ed alla dignità mi pare siano di quelli inalienabili, appunto. Almeno questa gente che muore nel mare e davanti ai confini chiusi sarà l'immagine concreta, il volto di quella umanità che la nostra avanzata civiltà occidentale ha massacrato con le sue guerre, il suo imperialismo, le sue conquiste di territori e risorse: non potremo fare finta di non vederli, sono lì sulla ferrovia verso Mentone, sono morti.
L'OMS il 14 giugno ha incassato una donazione di 20 milioni di dollari dal governo del Kuwait per fornire aiuti sanitari ed umanitari alle popolazioni siriane: negli ultimi 3 anni il Kuwait ha donato 65 milioni di dollari per l'assistenza alle popolazioni colpite dal conflitto.
- Chi orchestra le guerre in Medio Oriente?
- Chi arma le fazioni in conflitto?
- Quali e quante mire economiche ed interessi dell'industria bellica occidentale si giocano in quelle terre?
- Quanta gente muore per riempire le tasche occidentali?
In Siria ogni minuto una intera famiglia deve abbandonare la propria casa, il numero degli sfollati nel mondo ha raggiunto i livelli del secondo dopoguerra e continua ad aumentare al ritmo di una persona ogni 3 secondi.
Sono 52 milioni le persone in fuga nel mondo e di questi si calcola che 17 milioni siano rifugiati in altre nazioni e 33 milioni sfollati, vale a dire rimasti senza tetto pur nei propri confini nazionali ed ancora un milione e mezzo i richiedenti asilo.
Un esodo biblico: nel 2014 sono state 866.000 le nuove domande di richiedenti asilo.
Il papa chiede perdono per coloro che chiudono le frontiere, ma il perdono non serve a chi non si riconosce alcun torto, a chi non lo chiede, né fa nulla per meritarlo.
L'arroganza ed il cinismo dei politici che marciano puntando sui sentimenti deteriori dell'umanità, a chi scommette sulla grettezza, sull'avarizia e sulla piccineria della gente per guadagnare la propria illusione di grandezza e potere politico nel nostro cosiddetto sistema democratico, no, non serve perdono: in questo per la prima volta nella vita devo dare ragione a Salvini, il perdono non gli serve.