Magazine Opinioni
E' un paese talmente ridicolo il nostro, che ormai le parole sembrano vuote ed insignificanti tutte.
Che si può dire di fronte ad un tizio con la faccia di plastica che va in tutte le tv a raccontare penose balle che non suscitano neppure rabbia perché suonano come già sentite centinaia di volte?
Che dire di fronte ad un La Russa che, per trovare un riempimento al vuoto assoluto di idee e soluzioni per il paese, non trova niente di meglio che proclamare, urbi et orbi, la santificazione dei 2 marò e la loro premiazione a candidati alle prossime elezioni? Si passa dalle escort velinizzate ed accessoriate di ministero o posto in regione ai pseudo-rambo-eroi-del-nulla (accusati di assassinio di pescatori. PESCATORI! E’ bene sempre ricordarlo).
Che possiamo dire di fronte ad un Monti che è ormai il Messia salvatore delle banche nostrane ma ignaro del resto, che si erge (e viene eretto!) a grande statista: peccato che continuiamo a sprofondare nella melma senza soluzione di continuità.
Su Bersani e la sinistra (?) del belpaese c’è poco da dire. Non esistono, sono degli ologrammi. Comparse che vivono di luce riflessa. Senza nemico non sanno che fare o cosa dire, e troveranno pace litigando tra loro. Scrivono i discorsi e i programmi agli altri perché tra loro non si capiscono.
Già siamo pronti, in caso di vittoria elettorale di Bersani e c. troveremo baffetto di ferro e Veltroni l’africano nel prossimo governicchio. Probabile. Molto probabile. Viva il cambiamento. I rottami al governo ed il piccolo Renzi ad aspettare il suo momento, cioè almeno altri 10 anni. Si deve essere maturi per governare da queste parti, perbacco! Quindi il tempo di veder fallire l’ennesimo governo di sinistra ed aspettare che si esaurisca il prossimo, ennesimo e ciclico ubriacamento del popolo itaGliano nei confronti del Messia di turno, che di solito dura un ventennio, ma ultimamente, avendo già abbondantemente le pezze al culo ci basterà meno.
I sindacati, beh, quelli è da tempo che non capisco proprio a cosa possano servire se non ad alimentare il grottesco teatrino della politica italica.
Difendono chi ha già le garanzie e non spendono neppure mezza parola per chi non ha nulla. Altro che scioperi!
Avrebbero dovuto essere una formidabile spina nel fianco alla classe politica degli ultimi 30 anni, contrapponendosi non con sterili ed antiquati slogan appartenenti ad epoche scomparse da tempo, ma con seri programmi politici portati avanti da chi conosce profondamente il mondo del lavoro. Ma quando mai! Peggio di quelli che siedono le loro nobili terga sugli scranni del Parlamento.
Ragionano con logiche di 30 anni fa, per loro l'impresa è la Fiat e simili. Ignorano (o fanno finta di ignorare, per incapacità ad andare al passo con i tempi e trovare nuove soluzioni per epoche nuove) che il motore economico del nostro Paese non è la Fiat o l'Alitalia, ma sono le piccole imprese. La contrapposizione lavoratore/imprenditore è in gran parte molto diversa da quella di qualche decennio fa, in alcuni casi non esiste più. Le dinamiche del mondo del lavoro di questi ultimi anni non le conoscono nel modo più assoluto, ma conoscono molto bene, ripetendoli a pappagallo quei 5 o 6 slogan che hanno sentito qua e là e portano avanti il nulla. Landini sembra che viva nel 1978.
Da gente che ragiona così, abbarbicata nel passato, incapace di comprendere il presente, che ti vuoi aspettare per il futuro? Niente, fanno solo confusione. Nessuna soluzione concreta, nessun programma reale da applicare al mondo del lavoro IN TOTO così come esso oggi si presenta nella sua tragica realtà.
Ed inesorabile, a godere di questa giostra continua, ci sarà l’ineffabile Bruno Vespa che con bacchetta, plastico d’ordinanza, libro fresco di stampa (suo) ed ospiti sempre uguali a se stessi, farà finta di spiegarci come funziona il tragicomico circo del paese Italia, cercando di farci intendere che si tratta di cose serie. Ma di serio non c’è niente, se non la prossima bolletta da pagare.
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