Prendiamo Di Pietro: Report come al solito non fa sconti a nessuno e ha parlato delle proprietà del leader IDV.
Non c'è niente di penalmente rilevante, Di Pietro è probabilmente una delle poche persone oneste che siedono in parlamento. Quel che gli si può contestare è al limite una questione di opportunità e trasparenza, oltre ovviamente all'indiscutibile fatto che si sia mischiato e aver partecipato al disgustoso spettacolo politico degli ultimi dieci anni.
Tuttavia la trasmissione parla di 56 particelle catastali che non corrispondono assolutamente a 56 appartamenti, sono infatti compresi terreni, cantine e box; gli appartamenti sono, in verità, undici.
Non c'è alcun nesso tra la ricchezza di Di Pietro e i finanziamenti pubblici presi dall'Italia dei Valori, l'ha già provato in passato la magistratura.
Dunque per cosa ci si indigna e di cosa si sta parlando? E' normale dare tutto questo peso alla vicenda? E' normale che invece nessuno parli di ALTRE puntate di Report, una su tutte quella su Comunione e Liberazione?
Poi c'è la furiosa polemica che ha investito Beppe Grillo per il divieto agli eletti e candidati di andare nei talk show televisvi. Ho già espresso il mio parere negativo poco tempo addietro ma forse, anche qui, si è persa la misura dell'accaduto. Cos'è una regola interna ad un movimento politico rispetto agli scandali veri che ha investito praticamente ogni partito italiano? Se non piace la regola, non ti iscrivi al movimento, è semplice. L'ha spiegato benissimo ieri Travaglio a Servizio Pubblico.
Ecco a voi il video.