A seguito di un articolo del Messaggero (vedi) che metteva a nudo il fatto che dopo i recenti lavori di ripristino del manto stradale in alcune vie della città per tappare le numerose buche dovute alla pioggia, le caditoie risultavano ostruite dal bitume e quindi non in grado di far defluire l’acqua piovana, l’assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale Maurizio Pucci si giustificava dicendo che questi lavori sono previsti in due fasi non essendo possibile nella prima preservare i tombini e le caditoie dalla colata di asfalto.
Foto 1
Bene, vorremmo sapere se a via di Porta Maggiore e vie limitrofe valgano le stesse regole e quando sarà possibile effettuare la seconda fase perchè da una situazione già drammatica per la mancanza di manutenzione da almeno un decennio già evidenziata in un nostro precedente post della scorsa estate (vedi) si è aggiunta l’incuria delle ditte che hanno effettuato i lavori in questi ultimi tempi. Ecco un esempio ( Foto 1) di come hanno ridotto una caditoia all’angolo tra via di Porta Maggiore e via Pietro Micca e un’altra (foto 2) sempre a via Pietro Micca ma un pò più avanti : se poi le strade si allagano e diventano torrenti in piena sotto la pioggia ci si può meravigliare più di tanto? Non parliamo poi della qualità dei lavori, rattoppi su rattoppi, conseguenza di scavi successivi a distanza di poco tempo l’uno dall’altro (vedi foto 3) : anche qui è solo una logica conseguenza se l’asfalto si sgretola e vengono fuori buche in quantità industriale. Senza contare ormai una metodologia consolidata che chiameremo Esquilino Style : nessun preavviso, nessun cartello di chi esegue i lavori, di che lavori si tratti e nessuna data di inizio e fine lavori. Ma si può andare avanti così, il count down dove ci sono le tv, i giornali e tutti i mezzi di informazione, l’assenza di qualsiasi controllo negli altri cantieri anche se si tratta di lavori in zone centrali.
Foto 3