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“La grande monnezza”

Creato il 09 aprile 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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L’ordinanza di custodia di qualche mese fa nei confronti del patron di Malagrotta, Manlio Cerroni, e alcuni suoi collaboratori, con conseguente chiusura della discarica, avrebbe dovuto portare un po’ di “aria pulita” nel territorio della Capitale. Per ora, invece, la situazione è solo peggiorata. E rischia di degenerare.

Il prefetto Pecoraro, come da procedura, aveva inviato un’interdittiva antimafia che vieta qualsiasi contatto tra gli apparati dell’amministrazione e le parti coinvolte nell’indagine, in questo caso gli impianti della Colari di proprietà di Cerroni. Il fatto è che la Colari,direttamente o tramite altre partecipate, controlla la quasi totalità delle discariche e degli impianti di Tmb (trattamento meccanico-biologico) di Roma.

Questa situazione ha spinto Marino a firmare un’ordinanza che scavalca l’interdittiva per continuare a usare gli impianti di Cerroni, in quanto al momento sembrano essere l’unica soluzione possibile per non rimanere sommersi dai rifiuti.

Morale della storia: a Roma per motivi igienico-sanitari si continuano a utilizzare gli impianti di Malagrotta che dovrebbero essere chiusi, e questo senza pagare un euro a chi attualmente ci lavora perché la legge lo vieta. Inoltre, l’emergenza è solo posticipata, perché l’ordinanza scade a maggio e non può essere reiterata.

Non solo, ma il commissario richiesto da Marino da quando Goffredo Sottile – anche lui inscritto nel registro degli indagati – ha concluso il suo mandato, il ministro Galletti non ha molta voglia di inviarlo, perché sostiene che “l’emergenza rifiuti nella Capitale è una lunga vergogna politica per tutto il paese che pesa sulle amministrazioni di oggi e su quelle di ieri”. Il ministro dell’Ambiente – ha affermato inoltre Galletti – non può nominare in continuazione commissari per supplire allo “scaricabarile” causato da “carenze gestionali di altri”.

Il braccio di ferro tra il ministro e il sindaco di Roma è indice della degenerazione di un sistema burocratico-amministrativo che andava meglio quando c’erano Cerroni & co a sistemare le cose. Alla resa dei conti, la verità è che ci ritroviamo un’amministrazione municipale completamente dipendente da gestioni imprenditoriali che vanno oltre la legalità, dietro a cui, a detta dei Carabinieri, potrebbe esserci “una vera e propria organizzazione criminale”.

Insomma: impianti che dovrebbero essere chiusi ma rappresentano l’unica alternativa possibile e che Marino ha “minacciato” di riaprire, lavoratori non pagati dall’amministrazione… su tutto incombe il rischio di ritrovarsi nel giro di poco più di un mese sommersi da “la grande monnezza” romana – nel senso letterale, in quello metaforico lo siamo già completamente da molto tempo.

Marco Cecchini

 


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