Ricordo molto bene, qualche mese fa, quando vedevamo le notizie che giungevano dalla Grecia e ci mostravano un paese in ginocchio, con un governo inefficiente e una popolazione esasperata. Oggi in Italia stiamo vivendo la stessa situazione, con la differenza che, mentre per la Grecia eravamo coscienti di quanto gravi fossero le condizioni economiche e sociali dello Stato e delle conseguenze dirette ed indirette che tutto questo avrebbe comportato sia per la Grecia stessa che per tutta l’Unione Europea, per quanto riguarda l’Italia non abbiamo che il sentore della condizione in cui versiamo, perché le notizie ci giungono falsate, tranquillizzanti o, quantomeno, non congrue alla gravità della crisi. Questo avviene perché il governo non ha alcun interesse a propagandare notizie allarmanti anche se vere (non lo faceva quando esse non erano poi così gravi, figuriamoci ora) ma anche l’opposizione cerca di mitigare l’allarme nella speranza di trarre vantaggio dalla situazione. In realtà l’osservatore attento ha la netta impressione che nessuno della nostra classe dirigente sia realmente in grado di comprendere la reale condizione della nostra economia, figuriamoci fornire proposte concrete per porvi rimedio. L’esempio lampante è lo stato di attuazione del decreto relativo alla manovra finanziaria d’emergenza impostaci dall’Europa: dopo aver creato dal nulla una legge economica basata esclusivamente sui dictat di Bruxelles ora ci si barcamena tra proposte di modifica, controproposte, contro-controproposte e quantità enormi di emendamenti che somigliano più ad un ostruzionismo che a una proposta costruttiva. Persino la maggioranza minaccia di emendare le sue stesse proposte. Nel frattempo i sindacati si svegliano con colpevole ritardo dal torpore proclamando uno sciopero generale, per quanto giusto in linea di principio, pericolosamente tardivo. Ma la televisione continua a farci sorridere e ad informarci di quanto fa caldo. Comincio ad essere invidioso della Grecia.
Luca Craia