Va in scena la ricostruzione del Cavaliere sulla vicenda dei festini ad Arcore. Uno speciale in onda su Canale 5 per avvalorare la sua verità e la singolare certezza sulla caccia ostinata della magistratura. Non è la prima volta e ogni volta, Berlusconi grida alla persecuzione delle toghe rosse: lo fa da vent’anni. L’ultima, dalla piazza di Brescia dove, senza dubbio alcuno, afferma “Io sono innocente” – ” Io sono qui e resto qui, più determinato e convinto di prima, se qualcuno pensava di scoraggiarmi o spaventarmi si è sbagliato di grosso e resterà deluso”. – “A questi magistrati voglio mandare un messaggio, potete farmi di tutto ma, non potete impedire a molti milioni di italiani di volermi bene”. Dal palco il Cavaliere si paragona a Tortora. Ma Tortora si fece processare, rinunciò all’immunità di parlamentare europeo, ritornò in Italia e finì agli arresti domiciliari. Venne assolto, perché lui non c’entrava proprio nulla. Peccato che quei magistrati, che commisero quella palese ingiustizia e una mole incredibile di negligenze investigative, rimasero al loro posto come nulla fosse successo. Su quello si dovrebbe puntare il dito e gridare all’ingiustizia!
Qui, al posto del concetto di giustizia, va in scena, in prima serata lo speciale sul caso Ruby confezionato da Mediaset, dietro ordine di Berlusconi, per sposare le ragioni della difesa dell’ex premier. Le attese non vengono tradite, si tratta del solito giornalismo propaganda di una verità distorta e infarcita di buonismo che rasenta il ridicolo e offende l’intelligenza degli italiani. …”Ruby raccontò le sue vicissitudini, difficoltà enormi…di essere arrivata a Milano disperata, una storia tragica che spinse al pianto diverse persone sedute al tavolo, quindi le offrii il mio aiuto, per farle trovare un residence e lei ritornò qualche volta alle altre cene, in una di queste mi disse che aveva la possibilità di aprire un centro estetico con una sua amica, a Milano, e per acquistare le apparecchiature mi chiese un prestito di 57.000€, ma io sapevo bene che era una donazione. Le concedetti questa somma. Da parte mia ci fu un atto di cortesia e generosità tesa a non costringerla a qualche cosa che non avrebbe fatto bene a lei e al suo futuro” – “In vita mia non ho mai esercitato pressioni su nessuno, sono uno che non sa dare ordini, io so convincere e sono gentile, estremamente gentile”…”cene normalissime, nessun raporto sessuale con Ruby né con altre invitate, solo regali in denaro ma, mai per rapporti sessuali”…

L’avvocato Ghedini afferma che “non esiste una prova e si continua ad accusare una persona” sul suo percorso di vita privata!
Ricostruire tutta la vicenda legata alla giovane marocchina per la quale l’ex premier Berlusconi è sotto processo a Milano, rientra a pieno titolo nell’informazione che dovrebbe essere imparziale, lucida e obiettiva. Quando però essere di parte si ripercuote anche nel racconto dei fatti, se inquina la cronaca, allora non siamo più nel campo del giornalismo, ma in quello della manipolazione, della censura e della propaganda. Raccontare le ragioni della difesa di Silvio Berlusconi è legittimo ma, in questo caso il racconto televisivo è presentato oscurando del tutto le tesi dell’accusa, celando le contraddizioni, mettendo a tace







