La Lega al 15 per cento e Berlusconi ex-ante. L’Italia è a pezzi e la Chiesa non sta meglio.
Creato il 27 aprile 2010 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Se Bossi comincia ad alzare la voce, e il prezzo, della sua fedeltà a Berlusconi non lo fa per maramaldeggiare ma perché comincia ad avere dalla sua i numeri. Gli ultimi sono allarmanti, e non solo per il centrosinistra visto che, per la prima volta da tempo immemorabile, l’erosione e la perdita di consenso non riguarda il Pd ma il Pdl. I sondaggi con cui il Nano fa colazione al mattino, parlano di una Lega al 15 per cento. Una enormità. La percentuale di cui, secondo i sondaggi, il partito dei padani doc gode attualmente va tutta a scapito del Pdl che sta subendo una vera e propria morìa di aficionados che non “defungono” come le vacche di Totò ma semplicemente emigrano. Berlusconi, e questo fatto rappresenta il suo cruccio maggiore, sta perdendo il suo appeal e avendolo visto litigare con Fini, molta della sua gente ha iniziato a preferire che litiga di professione. Di che pasta sono fatti i leghisti ormai lo sanno tutti. Su quali paure giochino la loro partita è un fatto risaputo e quello che è un vero e proprio gioco al massacro, sta pagando in un paese sempre più povero culturalmente e sempre più ricco di miti inarrivabili. Parliamoci chiaro. In una nazione normodotata, anche se con un minimo tasso di alfabetizzazione, quali chance avrebbe avuto un uomo (sic!) come Calderoli? E l’insonne di Lecco Castelli? E il rosicchiatore di polpacci Maroni? E il derattizzatore Borghezio? Suvvia, non scherziamo. La differenza fra il sogno americano e il mito padano è che, mentre per realizzare quello americano occorre avere idee vincenti, intraprendenza e molta costanza, per entrare a far parte di quello padano basta inserire nei discorsi “terùn” e “negher” e il gioco è fatto, anche se i giovani padani iniziano a rivolgere le loro attenzioni agli ebrei, cosa che hanno già sperimentato con i nomadi e gli omosessuali. I padani hanno riesumato paro paro i nemici e le paure dei fascisti, adottandone perfino la capitale perché hanno capito che come se “magna” a Roma non lo si fa da nessun’altra parte Milano compresa, dove a “magnà” sono solo quelli di Comunione e Liberazione. La Lega, alla quale Berlusconi non può negare nulla perché altrimenti tornerebbe a casa anzi, in galera, non sta solo dettando l’agenda di governo ma lo sta appiattendo sulle sue posizioni dando vita a quel fenomeno tutto italiano che alle copie (i pidiellini che imitano i leghisti) preferiscono gli originali. Se n’è accorto Brunetta (il suo bodyguard visto in televisione, alto due metri, serve a salvarlo prendendolo in braccio dall’acqua alta) a Venezia, dove la Lega si è ben guardata dal dargli un appoggio concreto, e se ne accorgerà probabilmente il prossimo candidato sindaco di Milano se non dovesse passare il diktat di Bossi favorevole a un sindaco leghista dopo la devastante esperienza di Formentini. Del “pericolo” Lega se n’è accorto Casini e non perché le idee di Bossi contrastino con le sue, ma perché la Lega gli ha fregato posti di governo. Se n’è accorto Fini che da cofondatore del Pdl è stato emarginato a tutto vantaggio di un Bossi laureato alla Scuola Radio Elettra, e molti altri dirigenti di un partito nato per dare una parvenza di democrazia a un personaggio distante anni luce dall’essere democratico e libertario confuso con libertino. Nonostante tutto, però, c’è chi concede al Nano-Nano tutta la stima e l’appoggio incondizionato, è santa madre chiesa dalla quale fiumane di cattolici, in tutto il mondo, stanno prendendo le distanze. Quello che si è inventato monsignor Fisichella per giustificare la comunione data a Berlusconi durante i funerali di Raimondo Vianello, e trasmessa in tivvù, oltre ad essere un’offesa per l’intelligenza dà l’esatta dimensione dello stato in cui attualmente versa una gerarchia vittima della “sindrome della Spa”. Dunque. Berlusconi, pluridivorziato, può accedere al sacramento perché, essendo divorziato due volte e non avendo in questo momento una moglie con cui condividere le gioie del talamo, si trova in una posizione “ex ante”, cioè è tornato a prima che si sposasse addirittura con la prima moglie. Praticamente, secondo il teologo Fisichella, Berlusconi non si è mai sposato, non ha mai divorziato ed è tornato a fare il chierichetto e a giocare a pallone in oratorio. Casini, ad esempio, che ha divorziato dalla prima moglie e vive felicemente con la seconda, per accedere alla comunione dovrà divorziare da Azzurra Caltagirone, cosa alla quale non pensa lontanamente, per tornare allo stato "ex ante" e comunicarsi. Chissà perché la gente si allontana dalla Chiesa... Noi una risposta ce l’avremmo.
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