Delle due l’una: o l’Umberto è un ladro matricolato o è un minus habens che ha governato il Paese per anni, non avendo coscienza di nulla. Maroni nella difesa del vecchio simbolo col dito alzato non ha altra scelta che una delle due eleganti e soddisfacenti soluzioni. Stare nel mezzo – vabbé un po’ ladro e un po’ scemo – non sarebbe davvero consigliabile.
Per fortuna l’erede di ciò che rimane della Lega può comunque contare su un lascito corposo dell’avventura bossiana ormai finita tra il cerchio magico, il saccheggio dei soldi pubblici e gli ufo: volgarità, opportunismo e rapacità territoriale sono la stella cometa che lo guideranno. Che la Lega abbia perso il pelo, ma non il vizio lo si è visto dalla riunione che Maroni a tenuto nei giorni scorsi a Rovato in provincia di Brescia per presentare il candidato leghista a sindaco.
Candidato leghista, che si è scoperto tale solo da pochissimo e che comunque correrà assieme a pidiellini e fasci nascosti dietro le due liste civiche alleate. Ma insomma mica vogliamo sindacare sull’opportunismo della Lega e quello dei candidati che si apprestano a vivere la loro avventura di potere, anche se localissimo. Queste è gente che si metterebbe anche con il parito di Jack lo squartatore se avesse probabilità di vincere.
E del resto a salutare il sindaco in pectore , un’ avvocatessa poco più che trentenne e neo mamma che fa sempre tenerezza, c’era assieme a Maroni anche un personaggio che già testimonia della qualità umana e politica dell’eventuale nuova giunta: il sindaco di Adro. Proprio lui, Oscar Lancini, quello della scuola con la rosa camuna messa anche sul cesso alla turca, quello che ha vietato la mensa scolastica a bambini di genitori morosi, cosa che manderà in sollucchero la neo mamma e quello che ha insultato per lettera Napolitano. Ma anche quello che ha difeso fino all’ultimo Bossi e che si è prontamente riciclato. Bravo Immondo Lancini. E bravo Maroni, anche il lascito della volgarità non te lo sei lasciato scappare.
E infine la rapacità territoriale. Perché se la Lega a Rovato corre assieme al pdl nel tentativo di vincere, non è per qualche resipiscenza del bel tempo che fu or non è guari, ma perché a Rovato c’è la Cogeme, azienda partecipata da 70 comuni della Franciacorta che si occupa di gas, energia elettrica, acqua e dulcis in fundo della raccolta e smaltimento rifiuti. Qualcosa che significa denaro e influenza, affari e che per giunta ha a che vedere con le attività preferite quel socio occulto che la Lega pare abbia avuto, pur negando per persino che esistesse. Sapete quella cosa calabrese che comincia per n e finisce con Belsito. Ma in ogni caso son soldoni.
Bene l’eredità, il lascito è stato rispettato anche se non in via dinastica. E’ morto Bossi, viva Bossi.