La Bolivia ha celebrato la Giornata mondiale della Terra promulgando la “Legge della Madre Terra”, un atto innovativo per cui sono riconosciuti diritti alla Natura, analogamente a quanto succede per gli individui o le aziende (http://scr.bi/hnjihc). Già un anno fa il Presidente boliviano Evo Morales a Cochabamba sostenette questi principi, alla Conferenza dei Popoli sui diritti della Madre Terra. La Conferenza di Cochabamba voleva rispondere al fallimento dei summit internazionali sul cambiamento climatico. Ad esempio in quell’occasione si dichiarò “illegittimo” il documento conclusivo della Conferenza ONU di Copenhagen del 2009, perché permetteva ai paesi industrializzati di continuare ad inquinare il pianeta e di contrattare la tutela del clima con impegni non vincolanti. Gli oltre 35000 partecipanti alla Conferenza dei Popoli, provenienti da tutti i Continenti, ritennero inaccettabile il principio che un gruppo di pochi paesi ricchi possa prendere decisioni su temi come il clima che interessano tutta la Terra; dopo aver discusso in 17 gruppi di lavoro si promulgò la Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra. Questa Dichiarazione ispira oggi molti movimenti, per il diritto all’acqua ad esempio, oppure per il risarcimento totale dei danni ambientali causati dalle attività umane.
Riconoscere diritti alla Natura è un’idea moderna ed antica al tempo stesso: da migliaia di anni in India e nelle culture animiste vengono rispettati i fattori naturali per i loro valori intrinsechi e non per l’utilità tratta dall’Uomo. Molti occidentali considerano oggi irragionevole promulgare per legge un intrinseco valore della natura; essi presumono che i valori siano generati dall’attività umana, contrapponendo la visione antropocentrica a quella ecocentrica. In Bolivia questa contrapposizione si è sviluppata in modo emblematico: Morales oggi si appresta ad istituire un nuovo Ministero della Madre Terra ed il suo stato da tempo ha normative ispirate alle tradizioni spirituali andine, che vedono una fusione armonica della Natura con l’Uomo. Nella cultura andina la Dea della Terra, Pachamama, è al centro delle vite di tutti gli esseri e gli uomini sono considerati uguali alle altre entità. Ciononostante molti territori boliviani, ricchissimi di risorse minerarie, si stanno progressivamente danneggiando perché le grandi lobby economiche, fin dai tempi della colonizzazione spagnola, si comportano in modo molto irrispettoso dell’ambiente.
Il 20 aprile scorso, alla vigilia del Giorno della Terra, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha avviato una discussione, promossa dalla Bolivia, per attribuire ovunque diritti legali agli ecosistemi. Paolo Salon, l’ambasciatore boliviano all’Onu ha detto che: “Come possiamo raggiungere un equilibrio se pensiamo che le uniche entità con diritti sono uomini e aziende?”. Maude Barlow, consigliere del Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, ha detto: “La razza umana si appresta a fare un passo verso la sua evoluzione. Sapremo compiere questo passo se comprenderemo il bisogno urgente di proteggere la Terra ed i suoi ecosistemi da cui dipendono tutti gli esseri viventi. La Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra, elemento fondamentale in questo processo, un giorno accompagnerà la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, come guida del nostro tempo”.
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