Questa sera sono uscito per partecipare a un raduno notturno in mountain bike. Mi piace stare all’aperto di notte, in estate e mi piace mettere il corpo sotto pressione immerso nello scenario delle nostre belle colline romagnole; credo che ciò abbia a che fare con un istintivo desiderio di vivere nel primordiale stato naturale dell’uomo: sana fatica fisica e contatto con la natura.
Una dimensione dimenticata, nella società liquida di oggi, nella quale forse – ma non ne sono sicuro – era più facile essere felici.
Uscendo di casa mi sentivo distratto, incerto, ingiustamente inconsapevole di andare a fare una delle cose che in questo momento mi appassionano di più e accendono in me un’entusiasmante voglia di vivere.
Come un pollo, come uno che non sa niente di sviluppo personale e dei potenti meccanismi della mente, ho dimenticato di suggerire al cervello un programma emotivo consono alla mia serata. Non ho deciso come volevo essere; interiormente intendo.
Distrattamente non ho inserito il giusto software di programmazione, non ho scelto l’atteggiamento più adatto alla situazione.
Così, Il penoso avatar di me stesso estraniato dal presente, pieno di esitazione, ingiustificato vittimismo e completamente in balia del dubbio, alla prima salita, ha deciso timorosamente di lasciare il passo ai trecento bikers partecipanti.
Paura? Forse. Sfiducia? Abbastanza. Distrazione? Di sicuro!
Quattro o cinque pedalate sulla prima dura salita ormai libera da impiastri ed ecco che una goffa valanga umana ciclo munita mi rotola letteralmente addosso, scaraventandomi nel fosso sotto la strada.
Rabbia e ancor più ingiustificato vittimismo mi sorprendono.
La valanga si scusa, ma la mia metacomunicazione tradisce il finto cenno di assoluzione.
Riprendo la bici, confuso e deluso, e ad ogni pedalata la fatica, la natura e la notte mi aiutano a scorgere in lontananza, fra le lucciole, l’orizzonte esperienziale di una nuova consapevolezza.
Certo! Noi possiamo scegliere.
Possiamo, anzi abbiamo l’obbligo di definire la migliore espressione di noi stessi in qualsiasi momento.
Noi siamo gli amministratori unici della società chiamata IL POTERE DI ADESSO S.p.A.
Con un adeguato dialogo interiore e corrette modalità di pensiero possiamo suggestionare il nostro mondo emozionale e tale operazione è in grado di condizionare la personale descrizione del mondo fino a farla diventare la nostra realtà oggettiva.
Per noi umani non è facile, occorre addestramento, disciplina e tanto esercizio, ma se Victor Frankl è riuscito ad arrivare al cuore della propria libertà più profonda mentre era segregato in un campo di concentramento nazista, chi o cosa può impedire a noi di essere responsabili di scegliere liberamente la personale risposta alla vita?
Non amo la banalizzazione markettara con cui si cerca di vendere all’outlet della crescita personale la nota legge di attrazione poiché può essere pericoloso somministrarla a persone poco preparate, ma io sono sicuro che le cose stiano così.
Se ci lasciamo andare alla paura o a una delle sue infinite modalità richiameremo eventi che confermeranno questo stato; se viviamo nell’amore o in una delle sue sfumature come Accettazione, Fiducia, apertura, gioia, passione, entusiasmo, pienezza, sicurezza, radicamento nel qui e ora, non potremo che assaporare i dolci frutti che la vita ci offre.
In fondo la preghiera incessante altro non è che questo fantastico senso di gratitudine di cui qualcuno gode spesso in maniera innata e che altri devono imparare a coltivare.
Mentre faccio queste considerazioni pedalo forte e supero cento, forse centocinquanta corridori, arrivando all’arrivo fresco, felice e un po’ ammaccato.
Passo a ritirare il pacco gara e sapete di che cosa si tratta?
Un Pollo d’allevamento spennato, in una confezione di polistirolo e cellofan.
Adesso sono sicuro: la legge di attrazione esiste e non è cibo per polli!
F.P.
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