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Alla fine ha dovuto fare marcia indietro.Silvio Berlusconi ha deciso di rinunciare ad una dei commi della manovra finanziaria, quello che aveva destato più clamore, quello che sembrava agli occhi di molti una leggina "ad aziendam" per salvare il gruppo Finivest.
La ritira però a modo suo, il signor Berlusconi, difendendo l'incredibile importanza strategica di questo decreto per il nostro paese e accusando l'opposizione di aver manovrato in maniera ignobile per sabotarla.
Ma cosa c'è di vero?
Partiamo dall'inizio e sopratutto dai fatti.
LA STORIA
Durante l'acquisto del gruppo editoriale Mondadori sia Berlusconi, sia il suo rivale storico De Benedetti, hanno un accordo per acquistare il pacchetto decisivo dell'azienda.
Per stabilire quale dei due accordi sia valido finiscono davanti ad un giudice che da ragione all'attuale premier e dando il via libera all'acquisto da parte del gruppo Finivest
E qui iniziano i guai, a distanza di tempo viene scoperto che quel giudice ha preso soldi per esprimere quella sentenza ( questo è un FATTO, tant'è che il giudice è staato condannato in cassazione) da personalità vicine al presidente del consiglio ( se Berlusconi sapesse o meno è stato impossibile stabilirlo)
De Benedetti si sente truffato e fa causa alla Finivest chiedendo un risarcimento enorme e nella sentenza di primo grado il giudice gli da ragione intimando all'azienda di Mr B di pagare una cifra enorme (oltre i 400 milioni di euro).
LA LEGGE
La maggioranza (più avanti vedremo che non è proprio così) decide di inserire nella manovra finanziara un comma che stabilisce la sospensione , diciamo, dell'erogazione della sanzione economica se questa supera i 10 milioni in primo grado e i 20 in appello; in questi casi bisognerebbe aspettare la sentenza definitiva della Cassazione. Secondo il governo l'utilità di questo comma, che tengono a precisare non abbia dirette implicazioni con il caso Finivest, eviterebbe a molte aziende di dover pagare grosse cifre e finire in bancarotta con il rischio che poi in Cassazione il verdetto venga ribaltato.
Non sembra una cattiva legge insomma.
Ma, c'è sempre un ma, solleva alcuni problemi.
Con questa legge si " difende" chi ha sbagliato di più, chi ha commesso il dolo maggiore, infatti chi dovrebbe risarcire "solo" 9 milioni dovrebbe pagare subito, chi ,per esempio, ne dovesse sborsare oltre 400 potrebbe aspettare. No sense.
Il secondo problema è che è fondamentalmente un doppione, infatti nel nostro codice giuridico esiste già tale norma ma invece che essere obbligatoria è a discrezione del giudice.
LA RITIRATA
Berlusconi all'atto di ritirare questa legge ha sparato a zero sull'opposizione, dicendo che a causa loro doveva ritirare una legge importante per la ripresa del paese.
Questa è un enorme balla.
E' vero che la sinistra ha enormemente protesta contro questo decreto ma in tanti anni di "reame" berlusconiano quando mai il nostro "sire" si è fermato perchè l'opposizione non era d'accordo?
No la verità è un altra, il "merito" del naufragio della leggina va alla Lega.
Il Carroccio era stato tenuto all'oscuro di questa "aggiunta" tant'è che nella bozza che Bossi &Co avevano ricevuto di questo comma non v'era traccia. Quando il pandemonio s'è scatenato i leghisti si sono sentiti traditi e di fronte all'eventualità di venire scavalcati hanno preso una decisione drastica. O si ritira la la legge o si va tutti a casa.
Quindi è vero che c'è stata una manovra occulta ma non dalle opposizioni, bensì dai suoi stessi alleati (oltre che da molti appartenenti al Pdl).
Questi sono i fatti, a voi sta giudicare
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