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La libera Repubblica della Maddalena (Cinzia)

Creato il 28 giugno 2011 da Malpaese @IlMalpaese

La libera Repubblica della Maddalena (Cinzia)In questi tanti giorni trascorsi nella libera Repubblica della Maddalena, la scelta è stata di non fare foto. Per vari motivi, uno fra questi anche quello che, nella normalità, non ci sono eventi straordinari da immortalare. E, per me, l’aver vissuto in questo contesto, è stata la MIA normalità di queste settimane. Normale, dopo il lavoro, salire con qualche provvista da lasciare in cucina, con il mocio nuovo per il bagno gentilmente concessoci dall’azienda vinicola, con un nuovo disegno di Alice da aggiungere agli innumerevoli contributi poetici ed artistici sulle varie pareti degli spazi comuni. E trascorrere ore in ozio, oppure ore a lavare piatti e bicchieri. O a dare una mano per le piccole faccende quotidiane, o a presidiare la barricata Stalingrado o quella, più solitaria, del Sol levante. Normale, scambiarsi sorrisi e chiacchiere, normale sentir parlare in francese, in spagnolo, in inglese. O nelle varie cadenze dialettali italiane, da nord a sud. E bellissimo, conoscere chi dalla Sicilia, o dalla Sardegna, o dalla Puglia, e da altre regioni più vicine, viene a portare la propria solidarietà, e si ferma con noi per settimane. Per me è stata un’esperienza di vera comune. E come non difendere con le unghie e con i denti quella che, giorno dopo giorno, è diventata casa tua? Non mi soffermo sui dettagli tecnici, ché molti altri, prima di me ed in modo migliore, hanno ben descritto. Ma a quelli che sono stati i miei pensieri, le mie sensazioni, i miei sentimenti. Al groppo in gola non quando ho visto avanzare la “ruspa tenaglia” o i blindati, ma a quando ho visto distruggere in un secondo il nostro lavoro di giorni, quando ho visto le barricate che cadevano come cartapesta sotto i caterpillar … a quando ho pensato, in un solo secondo, a tutte le cose belle che abbiamo costruito. Alla rabbia, quando soffocando nei conati di vomito dei lacrimogeni, andavo alla ricerca di un posto dove poter almeno boccheggiare. Ma senza un attimo di tregua, che subito, anche lì, arrivavano fischiandoti ad un millimetro, i bossoli fumanti, così ben studiati da non poter essere spenti nemmeno se messi nei secchi d’acqua. Alla commozione nel vedere quei facinorosi anarco insurrezionalisti girare armati di bacinelle d’acqua e malox per portare sollievo alla sensazione di fuoco agli occhi ed alla pelle, fino a quando riuscivano. Perché non ci hanno manganellati, no, se non qualche colpo isolato: perché i manganelli sono violenti, e non sono dimostrazione di democrazia. Invece i lacrimogeni, vietati anche in guerra per la loro tossicità ma consentiti per queste ragioni di ordine pubblico, sono la dimostrazione che siamo, nonostante quello che pensano quei pochi rivoltosi, in un paese civile. Non riesci nemmeno a pensare di poterti fermare a soccorrere chi si accascia per terra impossibilitato a respirare, perché non ne hai la forza, ed il tuo respiro ti serve a scappare, che se ti ritrovi malauguratamente in mezzo alle esalazioni anche del prossimo, non sai se ce la farai a rialzarti. Grazie, Maroni. E grazie a tutti quelli che si sono complimentati con le forze dell’ordine per la determinazione e la disciplina, per essere stati così “signori”. Con un piccolo appunto: che se fossimo stati davvero ad armi pari, non sarebbero riusciti a muovere un solo passo all’interno della Libera Repubblica della Maddalena.

Quindi, questa solo una foto che mostra un momento della mattinata di ieri. E, se ancora mi piange il cuore, i miei scarponi sono sempre lì, pronti. Forse un po’ più consunti, sicuramente più abituati.

Cinzia ( popolo dei NOTAV).



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