
E aspettando questo libro digitale, ora che gli "affari fatti di carta" sono in crisi, ma in crisi ci sarebbero comunque, perché quel ritmo vorticoso di carta non si può comunque più tenere, io credo che un insegnante misurato, sempre che esista una tipologia tale, ma facciamo finta che sì, non è per la tecnologia a tutti i costi, ma usa tutto ciò che viene messo a disposizione, ciò che non conosce impara ad usarlo, non pensa né che la carta sia salvifica della didattica così come non pensa che al contrario lo sia la tecnolgia più avanzata. Un insegnante, il più normale insegnante, pensa che l'importanza di una buona didattica è poter utilizzare mezzi e strumenti diversi e se non li possiede non smette di cercare di fare al meglio il suo lavoro. E allora si può concludere, come già dicevo anche su facebook, che tra i diritti dei bambini, ma facciamo anche degli studenti, dovrebbe rientrare quello di conoscere tutti gli strumenti: il libro di carta, che può essere una parte, il computer, il tablet, il libro digitale che sia davvero interattivo, la lim, che sia altrettanto interattiva. Il sapere non è più solo dato dai contenuti della didattica ma anche dalla conoscenza, dalla padronanza degli strumenti, alcuni dei quali propedeutici all'utilizzo della rete, verso il quale non possiamo più rimandare un'adeguata formazione. In questa vicenda del libro digitale alla fine nessuno ci ha guadagnato né gli editori, né la scuola. Ora è prematuro proporlo, domani sarà già tardi. Non se ne esce.
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