All’inizio si sono limitati a bussare seppur con una certa forza, poi hanno cominciato ad assestare dei calci alla porta facendo tremare gli stipiti.
Dopo una decina di colpi ben assestati hanno scardinato la porta d’ingresso spaccando il telaio in legno. Dopo qualche secondo erano dentro. Atterrito mi sono appiattito in un angolo del soggiorno, erano una ventina e hanno occupato in men che non si dica tutto l’appartamento. Urlavano frasi sconnesse, con un taglierino hanno cominciato a sventrare il divano, con un grosso martello hanno frantumato il piano in vetro temperato del tavolo e scagliato una sedia contro il televisore a led.
Avrei dovuto immaginare che sarebbe successo, la tv ne parlava da un paio di settimane.
Erano scatenati, nessuno li avrebbe fermati, si sono diretti in fondo alla sala dove c’era la mensola con sopra i tre bonsai che avevo appena potato, tanto che le piccole tronchesine erano ancora in vista di fianco ai vasi.
Uno di loro ha preso le piccole forbici per la potatura e me le ha avvicinate alla faccia dicendo: “se adesso ti tagliassi il mignolo del piede, senza prima farti l’anestesia, pensi che sarebbe piacevole?” aveva gli occhi iniettati di sangue, dei fili di saliva che collegavano i denti dell’arcata superiore a quelli dell’inferiore.
Per fortuna è stata una minaccia senza seguito, un gesto dimostrativo.
Hanno preso i bonsai sollevandoli con le mani sopra la testa e con urla di giubilo sono andati fuori dal mio appartamento con un fracasso terribile.
Qualche ora dopo, passato lo choc, ho saputo che qualcuno di questi è stato bloccato dalla polizia ma verrà rilasciato presto, anche grazie al grande sostegno popolare a favore del movimento Proteggi-il-bonsai con lo slogan “non potiamo i bonsai, anche le piante soffrono”.
Nessuno pagherà i danni al mio appartamento, di rivedere i miei bonsai poi non se ne parla proprio, mi hanno detto le autorità.
Ma è possibile che si possa entrare in una proprietà privata e arrecare dei danni portando via anche i beni di un’altra persona a mo’ di esproprio proletario? E’ una vergogna!
Eppure quando ho partecipato alla liberazione dei cagnolini di Green Hill sembrava una figata!
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