Magazine Psicologia

La liberazione del cuore

Da Lepicentro
Chiudete gli occhi. Ascoltate il vento che pulsa dentro di voi. La malattia non esiste. La cosiddetta scienza non vi guarisce, l'occidente non è più così potente come crede. Lourdes sta guardinga ad aspettarvi. E a volte il miracolo riesce. Ma da dove viene l'energia liberatrice, l'ostetrica della vostra rinascita? Ascoltate il vento che pulsa dentro di voi. Qualcuno o qualcosa vi parla "la risposta, amici miei, soffia nel vento". La mente che non riesce a spiegare se stessa, svicola aggrappandosi a maniglie divine: e ce ne fossero di maniglie comunque così efficienti! E allora i miracoli ci aiutano a capire come si guarisce: perché fermarsi a Dio, quando abbiamo davanti l'opportunità di capire come qualcuno ha guarito se stesso?Chiudete gli occhi. Sentite che il vostro sospiro, di fronte a questi interrogativi, vi sta chiedendo di mollare la zavorra? Lasciatevi trasportare verso il fondo di voi stessi, abbracciatevi da piccoli e datevi quell'amore di cui solo voi sapete la misura, la qualità, la profondità giusta e necessaria. I genitori spesso si illudono di sapere chi sono i propri figli meglio di loro stessi, e spesso propinano involontariamente questo messaggio alla progenie: ma non è così. I vostri errori e le vostre malattie vivono con voi, non abbandonateli, non disprezzateli, non ignorateli: vi stanno chiedendo ascolto, amore, un abbraccio. Potete salire più su, dai vostri piedi fino ai genitali, fino al cuore, fino ai capelli, fino all'aura più magica di voi stessi. Esiste, se la ascoltate, nel vento, dentro di voi.E l'anima si fa tangibile, finalmente potete toccare chi siete, chi sareste stati, chi sarete. Potete formare il vostro destino come mai è stato, potete risollevarvi, guarire, per caso, verso un obiettivo che va oltre il filo d'erba che è la malattia.Guarire è essere se stessi con coraggio, fino in fondo alla sofferenza e all'accettazione, con l'accoglienza del buio, al buio, delle nostre parti più volutamente (da chi?) nascoste. E solo dal buio si intravede una luce, senza occhiali a proteggere, lasciandosi ustionare gli occhi e le lacrime dall'immensità di ciò che siamo.

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