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La libertà di opinione minata… dal Governo Berlusconi? Macché! Da chi non tollera le critiche

Creato il 03 ottobre 2011 da Iljester

La libertà di opinione minata… dal Governo Berlusconi? Macché! Da chi non tollera le critiche

In questi ultimi tempi si fa un gran parlare di leggi «bavaglio». Navigando su internet se ne leggono di tutti i colori. I blog e i siti sono pieni zeppi dei noti banner dove è scritto «No alla legge bavaglio». Siti e blog – guarda caso – orientati a sinistra; siti e blog che ci martellano con la storia che il Governo Berlusconi vorrebbe mettere il bavaglio al web con l’obbligo di rettifica dei blog che scrivono informazioni errate o comunque diffamanti.
È di oggi invece la notizia della chiusura di un sito – Nonciclopedia – per una pagina offensiva su Vasco Rossi. La cronaca ci dice che gli amministratori del sito sono stati convocati nella stazione della Polizia Postale, dopo che i legali del cantante avevano intimato al sito web di rimuovere la pagina offensiva. È presumibile che ci sia una denuncia querela di mezzo, visto che la convocazione davanti alla polizia giudiziaria può avvenire solo e se vi è un esposto all’autorità giudiziaria.
Diverso tempo addietro (e anche di recente), molti personaggi politici (e non solo) si sono distinti per la facilità di (minacciare) querela, quando qualcuno sul web o sui giornali li ha messi alla berlina o ha osato criticarli, sbeffeggiarli, o addirittura suggerire probabili o improbabili intrecci affari-politica non del tutto legali. È stranota la (ormai vecchia) vicenda sulla vignetta di Forattini dedicata a Massimo D’Alema, che determinò una querela del politico nei confronti del disegnatore satirico con una richiesta risarcitoria milionaria. Ma ce ne sono parecchi di episodi simili, e quasi tutti targati sinistra. Un dato davvero impressionante che lascia basiti. Da ultimo dobbiamo ricordare pure la minaccia di querela paventata da Bersani in merito al caso Penati.
Se avete letto, o comunque già sapete, chiaramente vi sarete fatti una domanda: e cosa dovrebbe fare Berlusconi, visto che sul web, sui giornali e persino nei bar e nei matrimoni è continuamente dileggiato, sbeffeggiato, diffamato e ingiuriato? Su Google è sufficiente digitare Silvio Berlusconi per visualizzare centinaia di migliaia di blog e siti (con foto e video annessi) ad alto potenziale diffamatorio. Eppure, avete mai sentito parlare di siti web o blog che chiudono perché querelati dal Premier, in quanto offensivi e dileggianti la sua persona?
Certo che no. Non ce ne sono e non ne troverete, seppure anche Berlusconi abbia proposto qualche querela (poche in verità rispetto ad altri politici), e sempre seguite da un mare di polemiche politiche (è nota quella nella quale Berlusconi venne insultato in un’aula giudiziaria da un giornalista che gli diede del buffone, che finì però in un nulla di fatto). Piuttosto, troverete blog che chiudono (o rischiano di chiudere) perché hanno offeso quel magistrato, o quel politico, oppure – come nel caso di Nonciclopedia (che non stimo perché i suoi contenuti spesso hanno mostrato una volgarità gratuita) – una stella della musica nostrana.
Se così è, è necessaria una riflessione. Diverso tempo fa scrissi che i blogger (così come i giornalisti) veleggiano su mari pericolosi, perché nella giusta convinzione di esercitare un sacrosanto diritto costituzionalmente garantito (la libertà di opinione), spesso si avventurano in acque piene di squali o di insidiosi scogli «penali». E spesso lo fanno con l’affidamento e la buona fede di chi pensa di esercitare un diritto illimitato e senza conseguenza alcuna. Eppure, ci vorrebbe poco per capire che a ogni azione (scrivere) corrisponde una reazione (possibile querela) non sempre uguale (sproporzione offesa/danno) ma sempre contraria (richiesta risarcitoria/sanzione penale). Ecco dunque che ci vorrebbe – quando si scrive o si dà questa responsabilità a un collaboratore – maggiore ponderatezza e attenzione nell’esprimere i propri pareri (seppure spesso non sia affatto sufficiente, vista la intriseca fumosità e arbitrarietà di concetti come «onore» e «decoro»), nella consapevolezza che non tutti, nel nostro paese, hanno un sufficiente grado di tolleranza (se non a parole e troppo spesso per finalità di consenso, se politici), e non tutti amano essere presi in giro e subire la gogna mediatica, che però – guarda caso – non disdegnano riservare al proprio avversario.
Questo è il vero bavaglio, amici. Più subdolo perché non ha bisogno di leggi nuove, visto che sono più che sufficienti quelle esistenti…

di Martino © 2011 Il Jester 


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