Berlin calling
Alla base dell’opera di Paolo Cavinato, come già successo per mostre precedenti (tra le altre quella alla galleria The Flat di Milano) l’esplorazione dello spazio attraverso l’uso di corde, asticelle, proiezioni su carta con interventi che ricordano molto da vicino le imprese elastiche di Gianni Colombo.
D’altra parte, nell’opera di Stefano Trevisi, è il mondo dell’immaginario sonoro che viene indagato, nell’interpretazione sempre più attuale che l’ambiente fa della musica, reinterpretando questo come materia pittorica, strumento che si presta alla dimensione acustica.
Dall’ibridazione e sintesi, processo di commistione assemblato per l’occasione (anche se già la Galerie ha ospitato in passato la stessa formazione) scaturisce l’operazione complessa in cui i molti rimandi di Cavinato (alla prospettiva e ai punti di fuga sempre più arditi), si legano alle interpretazioni musicali di Trevisi, dove al gioco del rincorrersi delle note si somma la forma cubica in un’ottica polivalente.
Da Rene Magritte, cui la mostra prende il titolo, gli artisti s’ ispirano, discendendo dall’impenetrabile onirico verso un viaggio che conduce all’oggettualità quotidiana, al puro presentare il vero. Tuttavia, ad una più attenta lettura, le opere di Spazio Visivo intendono reagire di fronte all’occhio di uno spettatore sempre più passivo, sempre più portato all’elusione dell’interpretazione in favore di un assenso incondizionato.
Nella volontà degli artisti l’intento voyeristico del fruitore che sbircia dentro le scatole costruite si scopre essere il fine ultimo dell’opera portata a risvegliare la meraviglia del quotidiano, viaggio a partire dal quale “l’artista esplora e combina a piacere costituendo d’altro canto la cornice di ogni cosa, il contenitore a partire dal quale si determina ogni forma di conoscenza 1“.
Galleria Mario Mazzoli (Berlino)
Souvenir de Voyage
Fino al 17 novembre
1 Cfr. Michel Draguet, in Beltramo Ceppi Zevi C., Draguet M, Magritte. Il mistero della natura, Giunti, 2008