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La Lista Falciani? Forse un giocattolo inutile

Creato il 13 febbraio 2015 da Tafanus

La Lista Falciani? Forse un giocattolo inutile
Paolo Baroni   La “lista Falciani”, essendo stata rubata, sottratta illegalmente da un dipendente infedele della Hsbc, per la giustizia italiana non vale nulla: non la si può infatti utilizzare per istruire un processo penale nemmeno nei confronti del peggior evasore. Per avere validità di fronte alla giustizia italiana gli elenchi degli evasori devono infatti essere acquisiti dalle nostre autorità esclusivamente attraverso canali legali. 

Qualcuno ricorda la “lista Vaduz”? Venne resa nota nel bel mezzo della campagna elettorale del 2008 , da Berlusconi a Di Pietro tutti sulle barricate a chiedere trasparenza all’allora ministro delle finanze Vincenzo Visco ed al governo di centrosinistra - e suscitò, anche allora in Italia, grande scandalo. E in contemporanea anche grandi attese. Conteneva ben 157 posizioni ed un totale di 390 nominativi: grandi imprenditori, costruttori, famiglie industriali del Nord, illustri professionisti, gente dello spettacolo (omettiamo i nomi perché girano ancora querele), a cui corrispondevano depositi per circa 1,3 miliardi di euro “nascosti” in Liechtenstein presso la banca Lgt. Ebbene quella lista venne acquisita dal Fisco italiano nell’ambito di «uno scambio di informazioni d’iniziativa tra le amministrazioni fiscali estere e l’Ufficio cooperazione internazionale della Direzione centrale accertamento settore analisi». A fornircele erano stati in particolare inglesi e australiani, i cui servizi però avevano anche evidenziato che nei confronti dei loro paesi vigevano comunque «vincoli di segretezza e i limiti di utilizzazione imposti dalle convenzioni bilaterali» sulle doppie imposizioni. 

I vari fascicoli appena arrivati in Italia vennero subito acquisti dalla Procura di Roma e da questa poi girati ad altre 37 differenti procure, che avviarono subito le indagini del caso. A sua volta i vari uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate si attivarono per chiedere conto dei depositi misteriosi ai 390 nomi della lista. Risultato? Per chi non ha beneficiato della prescrizione che nel frattempo era sopraggiunta, perché gli eventuali reati risalivano al 2002, una volta finiti nel mirino dei magistrati inquirenti i signori della lista-Vaduz sono stati tutti scagionati. E’ il caso, in particolare, di 120 nominativi indagati dalla Procura di Milano per i quali un anno e mezzo dopo l’acquisizione degli elenchi è scattata l’archiviazione. Per i pm, infatti, «se le informazioni conosciute appaiono di interesse per lo Stato ricevente, per finalità diverse da quelle indicate, questo Stato non potrà utilizzarle per queste finalità» diverse, «ma dovrà fare ricorso agli strumenti specificatamente designati a tale scopo». Ovvero una procedura di assistenza giudiziaria, insomma a una rogatoria internazionale con tutti i crismi formali e i problemi procedurali e di tempistica. 

 Problemi che ora, grazie ad accordi di scambio automatico di informazioni, come ad esempio quello appena raggiunto con la Svizzera, non avremo più. Ed è un bene perché altrimenti la storia degli elenchi dei grandi evasori rischia di ripetersi all’infinito: tanto fumo …e poco arrosto.

(Fonte: Paolo Baroni - La Stampa)

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