Papa Francesco recentemente ha ricordato che «si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby. Il problema non è avere queste tendenze, sono fratelli, il problema è fare lobby». Ed è veramente un problema se tali lobby sono talmente aggressive da impedire ormai dibattiti pubblici a chi non la pensa come loro.
E’ accaduto pochi giorni fa a Casale Monferrato durante un convegno tenuto da un noto avvocato piemontese, Giorgio Razeto e un ordinario di Diritto Penale all’Università di Padova, il prof. Mauro Ronco. La tematica era la legge sull’omofobia, volendo spiegare perché con essa si rischia di introdurre anche il reato d’opinione. La lobby LGBT ha però impedito lo svolgersi dei lavori, come dimostra questo video.
Qui sotto il video della grave violazione della libertà di espressione avvenuta
Il convegno è stato organizzato dal Movimento per la vita, Alleanza Cattolica, Comunione e Liberazione, con il patrocinio della Pastorale della Salute e Pastorale Sociale della Diocesi di Casale, sul tema “Gender – omofobia – transfobia: verso l’abolizione dell’uomo?”. Presente anche il sindaco di Casale Monferrato, Giorgio Demezzi.
Circa un’ottantina di esagitati, appartenenti a partiti (Sel, Pd e GD), centri sociali e a numerose associazioni omosessuali (Coordinamento Torino pride Glbt, insieme col collettivo Altereva e con Arcigay) hanno atteso al di fuori dell’auditorium San Filippo l’arrivo dei partecipanti, schermendoli e ironizzando sulla presenza del sindaco. Si sono quindi seduti nelle ultime file. Il responsabile della Pastorale sociale don Gigi Cabrino ha introdotto i relatori precisando la posizione della Diocesi: «Qualche giorno fa “Il Monferrato” riportava di un comunicato dell’Arcigay nel quale si domandava quale era la posizione della Diocesi di Casale. È la stessa della Chiesa: estrema misericordia e apertura nel rispetto, però, della dottrina. Non esprimiamo giudizi. Sappiamo però che una legge può influire sulla cultura e riteniamo utile confrontarci in una serata informativa come questa. Ecco perché la Diocesi ha dato il suo patrocinio».
I relatori, mentre i contestatori urlavano “buffone!” e “fai schifo!”, hanno spiegato che in sé l’omofobia non esiste in quanto nessuno ha paura dell’omosessuale o lo odia, piuttosto esistono posizioni contrarie alle nozze o adozioni gay. «Nulla di più assurdo», ha commentato il prof. Ronco, «non c’è ragione perché io abbia paura di un gay. Certo, vi è violenza da parte di molti, ma quella è violenza verso i più deboli in generale, che siano gay, donne o disabili». La vera questione, hanno spiegato i relatori, è che la legge sull’omofobia, oltre a aumentare la pena per chi commette violenza contro gli omosessuali, rischia di criminalizzare anche coloro che espongono opinioni critiche sull’omosessualità o difendono il matrimonio come unione tra uomo e donna e ritengono che i bambini debbano crescere solo con un padre e una madre. Introduce dunque il reato d’opinione. «È una legge che mira a punire chi la pensa diversamente dall’ideologia gender e chi dice la verità sul matrimonio. Gli atti discriminatori contro l’orientamento sessuale sono già puniti dal sistema legislativo, addirittura con l’aggravante. Questa è una legge contro la libertà di pensiero, è una legge che si attribuisce compiti di pedagogia morale e gettare discredito su una verità antropologica fondamentale, è una legge-bavaglio», ha spiegato il prof. Ronco.
«Basta che lei stia zitto e non la imbavagliamo», hanno urlato dalle ultime file contro il professore, che ha risposto: «Questo mi convince sempre più delle mie posizioni e trovo conferme sulla violenza del vostro comportamento». Da qui in poi è stato impossibile proseguire il convegno, i militanti hanno occupato il palco scambiandosi baci e impedendo lo svolgersi dell’incontro pubblico. L’avversione dei fondamentalisti gay è stata rivolta in particolare verso il prof. Mauro Ronco, già presidente dell’Ordine forense di Torino e già componente del C.S.M., il che vuol dire che non erano disturbati da frasi a effetto ma non volevano proprio che non venisse trattato il tema da chi non la pensa come loro, pur con ragionamenti fondati su logica e scienza giuridica.
Proprio in questi giorni il grande filosofo inglese Roger Scruton ha spiegato che si vuole «imprigionare il pensiero con leggi sulla cosiddetta ‘omofobia’ come quella al Parlamento italiano, che altro non è che la criminalizzazione della critica intellettuale sul tema del matrimonio gay. E’ un nuovo crimine intellettuale, ideologico, come lo fu l’anticomunismo durante la Guerra fredda». Questi fatti lo dimostrano.
La redazione