La prima parte del viaggio è trascorsa in maniera relativamente tranquilla, pacata e soprattutto veloce. Le autostrade tedesche, dove non vigono limiti di velocità, e praticamente sempre piatte e rette da Mainz a Basel, mi hanno consentito di arrivare al confine con la Svizzera in tempi relativamente brevi, eccezion fatta per soste "salate" di servizio (paghereste 12,00 € per un piatto di pasta e una coca-cola? Io sì, perché avevo troppa fame e finito le provviste) e per comprare l'apposita "vignetta" da applicare sul parabrezza per circolare nella neutralissima (e quindi non Schengen) regione elvetica (eccola qui a fianco, 35,00 € tondi tondi per una cosa di cui probabilmente non avrò più bisogno).Durante il passaggio della dogana per entrare in Svizzera, il fatto che nel CD che stavo ascoltando fosse capitata casualmente questa canzone ha dato al tutto una sorta di comica e umoristica solennità. "Einmal um die Welt", (una volta il giro del mondo) canzone ascoltata spesso con i miei amici Erasmus in questi due anni di Mainz, che riesce un po' a trasportate con il suo orecchiabile ritmo rap-pop e con i suoi testi facilmente comprensibili (caratteristiche, queste due, di cui la musica crucca è spesso e volentieri priva). Una volta intorno al mondo dunque... Anche se io credo che a Mainz tornerò ben prima.
Neanche il tempo di arrivare a Milano, che il giorno dopo si riparte per Stresa con mio padre e sua moglie. Stresa, paesino sul lago Maggiore, neanche troppo piccolo, dove si respirava ancora un po' di Europa continentale (meta ambita di turisti tedeschi, svizzeri e francesi) e mi sono divertito a parlare ancora un po' il tedesco. Un ultimo assaggio di internazionalità prima di tornare all'ovile italiano.
Oggi, di buon'ora, di nuovo in partenza. Si ritorna a Milano e si imbocca l'autostrada del Sole, che nel tratto Milano-Bologna è capace di offrire solo un lungo, monotono e duraturo rettilineo, che poco spazio lascia, peccato e per fortuna, alla fantasia degli automobilisti. In compenso, la parte dell'Appennino bilancia ciò che la pianura padana non può offrire, tutta curve e tunnel. Ricorda un po' la Svizzera, se non fosse per le vette dai toni più pacati e meno spettacolari e dal fatto che non ti sembra di andare a finire direttamente dentro i laghi una curva dopo l'altra.
Dopo Firenze, sono ormai gli ultimi chilometri per Arezzo: nuvole e pioggia, che mi hanno accompagnato dalla Germania, possono finalmente lasciare spazio a un cielo terso e azzurro, e a un sole, dal cui calore per me inusuale è piacevole lasciarsi bruciacchiare. Arezzo è dietro l'angolo, e con essa l'altro pezzo della famiglia ad aspettarmi. Per inabissarsi di nuovo nella giungla romana, invece, dovrò attendere ancora una giornata.
Pulchra vobis;)
LuciusDay


