Difficilmente nella NBA la squadra che vince il titolo riesce a vivere tutta la stagione in modo tranquillo senza intoppi, perchè di solito sono proprio questi che rafforzano il gruppo preparandolo alle difficoltà incredibili che si trovano nei playoff. Anche i Dallas Mavericks campioni NBA 2011 non fanno differenza. In gara 6 delle Finals sembrava che la franchigia texana fosse quella più pronta mentalmente a sopportare stress e pressione, mentre gli Heat hanno un po’ pagato anche il fatto di essere insieme appena da 10 mesi.
Eppure chi avrebbe scommesso sui Mavs ad inizio stagione? Quasi nessuno. E Dopo il periodo di crisi di gennaio? Assolutamente nessuno. Contro i Lakers in semifinale playoff, poi, tutti pensavano sarebbero naufragati, com’era già successo in questi ultimi anni, e invece no, hanno saputo reagire da campioni e da veterani.
Ripercorriamo le tappe della grande stagione dei campioni NBA:
LUGLIO 2010
Ad inizio mese arriva la notizia che tutti i tifosi dei Mavs aspettavano, Dirk Nowitzki firma l’estensione di contratto di 4 anni a 80 milioni di dollari con la franchigia texana, diventandone la bandiera e il leader assoluto.
A fine mese, invece, Mark Cuban mette a segno un colpo di mercato che inizialmente passa inosservato ma che poi si rivela decisivo per la vittoria finale: la firma di Tyson Chandler (con Alexis Ajinça) in cambio di Matt Carroll, Erick Dampier e Eduardo Najera spediti a Charlotte. Il centro è il tassello giusto per creare un sistema difensivo che poi si rivelerà capace di tenere testa a gente come James, Wade e Bosh.
PRIMI MESI DI REGULAR SEASON
Il primo mese di stagione regolare scorre tranquillo con il record di 13-4 e un’inerzia positiva che culmina a cavallo dell’ultimo mese dell’anno con 12 vittorie consecutive (che porta il record a 19-4) e 17 in 18 partite!

Nella vittoria contro i Thunder il 27 dicembre la stella tedesca si infortuna al ginocchio: distorsione è la diagnosi, che significa un paio di settimane di stop. Oltre a Nowitzki, nella sconfitta contro i Bucks l’1 gennaio 2011 anche il ginocchio di Caron Butler fa crac ma per lui si capisce subito che è qualcosa di più serio: rottura del tendine rotuleo e stagione finita. La squadra senza i suoi due migliori marcatori fatica e perde addirittura 10 delle successive 13 partite, trovandosi di colpo 27-15 di record e con addosso lo scetticismo di tutti.
FINE GENNAIO-INIZIO MARZO
Come per magia, tornato in campo Dirk, tornano a piovere anche le vittorie. Dal 22 gennaio (contro i Nets) al 4 marzo (contro Indiana) arrivano altre 18 vittorie con una sola sconfitta! 45-16 di record significa secondo posto nella Western Conference dietro agli Spurs ma non troppo distanti. Ma soprattutto oltre alle vittorie arriva la consapevolezza di essere una squadra vera, capace di superare un momento molto difficile con diversi infortuni. Il 24 gennaio, poi, Cuban pesca dal mercato dei free agent anche Peja Stojakovic per allungare le rotazioni.
MARZO E APRILE BALLERINI
Per arrivare al meglio ai playoff i Mavs mollano un pochino mentalmente e cercano di recuperare un po’ le forze, così si spiegano le 5 sconfitte in 8 gare di marzo oppure le 4 L consecutive di inizio aprile, che però fanno perdere il secondo posto in griglia ai danni dei Lakers. Le ultime quattro vittorie non bastano per tornare avanti a LA, si chiude con un record di 57-25 e il terzo posto ad Ovest.
1° TURNO - VS BLAZERS
Pronti via si va sul 2-0 sfruttando il fattore campo e si è nettamente davanti in gara 3. Portland però reagisce e rimonta, vincendo poi anche gara 4 e facendo tornare gli spettri delle passate stagioni a Dallas. Ma la mentalità e la preparazione sono diverse quest’anno e nelle successive due partite i Mavs portano a casa la serie chiudendo 4-2.
2° TURNO - VS LAKERS
Doveva essere la serie in cui i texani si sarebbero dissolti e forse qualcuno se ne sarebbe andato per sempre, e invece è stata una cavalcata esaltante. Un 4-0 storico contro la squadra campione NBA in carica. Grande difesa che limita i grandi attaccanti gialloviola e una metà campo offensiva che fa girare la palla incredibilmente tanto quanto fa girare la testa a coach Jackson, a Bryant e compagni.
Qui scatta la consapevolezza di potercela fare.

Vittoria in gara 1 ma sconfitta in gara 2 e di nuovo quelle voci sulla morbidezza mentale dei Mavs che tornano a farsi sentire; invece coach Carlisle fa un grande lavoro, limita in attacco i giovani e atletici Thunder e si porta a casa le due trasferte, per poi andare a chiudere di nuovo alla American Airlines Center. 4-1 senza appello e un Nowitzki stellare.
NBA FINALS - VS HEAT
Abbiamo ancora negli occhi i due lay-up di Nowitzki, uno di sinistro e uno di destro che hanno dato due vittorie ai Mavs, ma la serie finale ha confermato che questo è un gruppo vero, profondo, in cui tutti avevano qualcosa in più, una voglia di vincere e di riscatto dopo tante stagioni grigie che quest’anno nessun’altro nella Lega aveva. I Miami dei tre fenomeni tengono duro 6 giorni, troppo poco: dalla vittoria in gara 1 a quella in gara 3. Da li in poi è un monologo texano con Nowitzki, Terry, Kidd, Chandler, Marion, Stevenson, Carlisle, Cuban e tutti gli altri a prendersi la rivincita contro tutti quelli che non credevano in loro.



