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La "macchina del potere": il gioco del fondamentalismo e dell'interesse
Creato il 20 marzo 2011 da Wordsinsound"Times they are a-changin'" intonerebbe con la sua voce nasale il menestrello di Duluth, Bob Dylan, in questi giorni. E possiamo dire, senza vanità occidentalista alcuna, che i tempi stanno cambiando, sì, ma non di certo in meglio. Il petrolio è il vero motore che muove il mondo.
E l'Occidente, oggi, ha imparato a temere alcune parole ed a muoversi di conseguenza.
"Fondamentalismo" è una di queste. Chi è fondamentalista è visto come anti-modernista, interventista, estremista. Uno scrittore di cui non ricordo il nome scrisse in un suo libro che tutte le parole che terminavano in "ismo" quali nazismo, fascismo, comunismo erano da considerare come "proibite e sbagliate" perchè racciudevano in loro il seme dell'intolleranza e della paura. Aggiungiamo, allora, anche questo termine. Il problema stà principalmente nei meccanismi che tali termini mettono in moto. "La rovina del mondo arabo": ecco il sinonimo di "fondamentalismo" percoloro che siedono alle poltrone dei Congressi internazionali. Dimentichiamoci quindi dei delitti della Chiesa Cattolica dell'inquisizione, delle Guerre Sante e delle Crociate, dei movimenti estremisti quali il Ku Klux Klan, di origine protestante, dei sacrifici che sono stati commessi in tutti i luoghi del mondo, in tutte le epoche, in tutte le occasioni, per l'altare religioso. Ma nell' ìimmaginario collettivo queste considerazioni appena scritte non sono altro se non "roba già detta, letta e risaputa" ma una ripetizione non fa mai male, specie nei giorni in cui pare che questa lezioncina facile da ricordare come i compiti delle maestre elementari non l'abbia studiata proprio nessuno.
Adesso; poco importa se "l'oggetto" del movimento religioso (o politico) in questione venga chiamato "infedele" o "terrorista".
Nella nostra epoca non si parla, dal punto di vista dell'Occidente, di guerra di fede quanto più di guerra del denaro, che di questi tempi può tranquillamente essere osannato quale un nuovo Dio, o un nuovo testimone vestito di verde e con la faccia di Abramo Lincoln o ancora come una confederazione di fratelli Europei tenuti insieme dalla moneta internazionale. La religione del Denaro ha a capo i grandi governi, per emissari i diplomati, per seguaci i banchieri e per schiavi "gli infedeli" arabi (oggi, non meno dei vietnamiti ieri e magari dei cinesi domani). Ma per far nascere un coeso movimento, o anche una forte dittatura o una guerra ben giustificata, servono dei buoni capri espiatori. E la Storia ci ha dato anche quelli, a noi Popolo d'Occidente. I kamikaze pronti a morire in nome della loro religione, i dittatori che minacciano i loro nemici invocando Allah e le sciagure del Paradiso, i poveri disperati che li seguono questi "martiri" nelle loro folli imprese. Il gioco malato dei potenti muove il mondo tra continui rovesciamenti di fazioni ed interessi ma rimane pressochè immutato nel tempo: le pedine sono sempre gli oppressi, i giocatori sono i dittatori, chiamati talvola Presidenti, talvolta Colonnelli, la posta in gioco è il potere. La partita, quella va combattuta con la vita tra Oriente ed Occidente, Islamismo e Cattolicesimo (che è sempre nel giusto e, guarda caso, non termina in "ismo"), Arabi ed Europei.
"The line it is drawn
The curse it is cast
The slow one now
Will later be fastAs the present nowWill later be past
The order is
Rapidly fadin'.
And the first one now
Will later be last
For the times they are a-changin'"
I tempi stanno cambiando. Per il "come", quello dipende da noi giovani. Il futuro più recente, intanto, è già stato scritto e "la macchina del potere", è già partita.
R.
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