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Il post di oggi non è dedicato ad un piatto ma ad una manifestazione religiosa che si svolge a Viterbo, la città in cui mio figlio ha scelto di vivere e dove sono stata fino a qualche giorno fa.
Non vi ero mai andata in questo periodo dell'anno e quindi non avevo mai assistito ai preparativi per questa grandiosa festa che è uno degli eventi più spettacolari ed attesi di tutta la Tuscia.
Dentro il grande cantiere (prima foto) a San Sisto si cela la Macchina di Santa Rosa, quella che domani 3 settembre, alle 21 verrà trasportata da un centinaio di facchini per le vie di Viterbo, percorrendo circa 1500 metri, da Porta Romana fino alla Chiesa di Santa Rosa. Ve la svelo in una immagine presa dal web fatta durante la processione dello scorso anno.
La Macchina- FOTO WEB
La struttura consiste in una torre di circa 30 metri di altezza e del peso di 50 quintali illuminata da fiaccole e luci elettriche, realizzata con una infrastruttura interna in metallo e materiali moderni quali la vetroresina, viene trasportata lungo le vie, talvolta molto strette, e le piazze del centro cittadino, tra ali di folla in delirio con l'animo sospeso tra emozione, gioia e anche un certo timore.
La Macchina di Santa Rosa, "Il Campanile che cammina", è una solenne processione in onore di Santa Rosa, la patrona della città, che ha radici profonde nelle tradizioni del culto viterbese. Le origini della Macchina risalgono agli anni successivi al 1258, quando, per ricordare la traslazione del corpo di S. Rosa dalla Chiesa di S. Maria in Poggio al Santuario a lei dedicato, avvenuta il 4 settembre per volere del papa Alessandro IV, si volle ripetere quella processione trasportando un'immagine o una statua della Santa illuminata su un baldacchino, che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali. Il modello attuale è nuovo (dal 2009) e si chiama "Fiore del Cielo".
La Macchina viene trasportata da un centinaio di facchini
I facchini si dividono in varie categorie in funzione della posizione che hanno e dei compiti che svolgono, ad esempio i "ciuffi" (dal caratteristico nome del copricapo in cuoio che protegge la nuca agli uomini posizionati nelle nove file interne direttamente sotto la macchina), le "spallette" e le "stanghette" (i facchini occupanti le file esterne, rispettivamente laterali e anteriori e posteriori), vanno a prendere posto sotto le travi alla base della Macchina ed ai fatidici ordini del capofacchino "Sotto col ciuffo e fermi!", "Sollevate e fermi !" e quindi "Per Santa Rosa, avanti!" iniziano il difficile percorso.
I Facchini- FOTO WEB
Dopo cinque soste, i facchini devono compiere il grande sforzo finale, percorrere una ripida via in salita che conduce al Santuario. Viene effettuata quasi a passo di corsa, con l'aiuto di corde anteriori in aggiunta e di travi dette "leve" che spingono posteriormente.
Santuario di Santa Rosa-
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Nei giorni antecedenti alla processione la città si trasforma, nelle piazze attraversate dal corteo vengono allestiti degli spalti
Piazza Fontana Grande-
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e nelle vetrine dei negozi si trovano modellini delle vecchie Macchine, la macchina viene cambiata ogni 5 anni, e gadget dedicati alla Santa.
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