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Oggi ospitiamo Paola (nome di fantasia, per tutelare la privacy), una studentessa, futura insegnante di scuola primaria, che chiede spunti su Gianni Rodari.
Come utilizzare G. Rodari a scuola
"Dovrei fare la tesi in Scienze della Formazione Primaria e vorrei farla su Rodari, sto trovando materiale e libri anche su internet e ho visto il tuo sito. Non ho proprio idea di un indice o altro. Mi potesti dare un'idea? Stavo pensando a Rodari e la fiaba, qualcosa del genere, ma faccio fatica a decidere perché deve essere una tesi teorica."Carissima, prima di tutto ti dico quello che penso sulle tesi in Scienze della Formazione Primaria: non dovrebbero essere mai solo teoriche! Lo so, ogni università fa da sè, ogni docente dice la sua... ma cosa c'è di meglio di una tesi pratica, basata su un percorso reale svolto dai bambini? Certo è che a te viene richiesto altro, per cui cercherò di aiutarti, dandoti spunti più che teorici che pratici.
Una tesi su Gianni Rodari può essere insidiosa: si tratta di un solo argomento, vasto e con tanti risvolti... il rischio è di parlare di tutto e di niente. Ecco cosa farei se fossi nella tua situazione, imposterei la tesi in questo modo: un primo capitolo che racconta Rodari come uomo e come autore (la vita, le opere più importanti, insomma una storia degli studi per inquadrarlo e presentarlo ai tuoi lettori), poi un capitolo dedicato a un argomento cardine della sua poetica (e su questo ti darò spunti tra poco), infine un capitolo più inserito nel contesto scolastico (lo so, non riesco a farne a meno) che contenga, almeno come ipotesi di lavoro, un percorso possibile, una strada percorribile per utilizzare gli spunti di Rodari con i bambini.
Andiamo per gradi, come ti avevo promesso, ecco alcuni argomenti, alcuni fili rossi da poter seguire per la parte più grossa del lavoro, quella dedicata a quello che dovrebbe essere il focus della tua tesi (l'efficacia, in un lavoro di questo tipo, sta proprio nella scelta di un fulcro del discorso, chiaro, netto, a cui agganciare tutto il resto).
Il binomio fantastico
A me, se fossi al tuo posto, piacerebbe approfondire ilbinomio fantastico, strumento efficace e rapido per creare storie e giocare con le parole. Mi dirai: e cosa scrivo in un intero capitolo sul binomio fantastico? Ma no, il binomio fantastico non è solo quello che conosciamo: Rodari nella Grammatica della Fantasia cita altre forme di binomio fantastico che potresti approfondire. Infatti, l’esempio più semplice di binomio fantastico è quello che si può creare con l’aiuto del caso: se io ora penso una parola e tu ne pensi un’altra è probabile che formino un buon binomio, con l’aiuto del caso. Se io penso a "specchio" e tu a "bambina" potremmo combinare le due parole: una bambina con uno specchio (e che ci farà? Si specchierà in continuazione?), una bambina su uno specchio (ma non sarà troppo pesante? E se lo rompe?), una bambina in uno specchio (È rimasta imprigionata dentro? Ci è passata attraverso? Ah, no, a quello ha già pensato Lewis Carroll!), una bambina di specchio (come sarà delicata! E cosa fa, riflette l’immagine degli altri?), lo specchio di una bambina (un po’ banale…), uno specchio in una bambina (speriamo non se lo sia mangiato! Una veloce radiografia ce lo mostrerà!) e così via… Ma forse non è poi così fantastico come binomio, ne esistono a milioni e sempre più stimolanti. Ma nella sua Grammatica della fantasia Rodari presenta altre combinazioni di parole che funzionano da binomi fantastici; possiamo associare nomi e aggettivi, nomi e azioni… e anche l’IPOTESI FANTASTICA, a cui lui dedica un capitolo a parte, in fondo non è altro che un binomio: ipotizzando “cosa succederebbe se…” possiamo associare un soggetto e un predicato alquanto distanti tra loro (e se tutte le case fossero senza finestre? Tanto per dirne una, così sul momento).
Una proposta è, dunque, l'approfondimento del binomio fantastico in tutte le sue forme e, in un terzo capitolo, le sue applicazioni pratiche in un percorso ideato da te. Se vuoi, io ho scritto una lettera sul binomio fantastico per non addetti ai lavori, puoi trovare qualche spunto. La trovi cliccando qui.
Uno strano connubio: Rodari e MunariUna seconda possibilità che mi intriga molto è il collegamento tra due grandi innovatori: Gianni Rodari e Bruno Munari. Entrambi, anche se con tecniche diverse, hanno sperimentato e raccontato la fantasia in tutte le sue forme. Potresti quindi andare a caccia delle affinità tra questi due grandi uomini, ti assicuro che ce ne sono molte: ad esempio, Rodari utilizza spesso quello che Munari in arte chiama “cambio di materia” (guarda caso, in un libro che si chiama Fantasia), ovvero inventa omini di tutti i tipi; ecco un altro binomio fantastico. Cos’è un omino di vetro, di burro, di porcellana… se non un accostamento alquanto insolito? Insomma, le somiglianze sono molte! Questo ti permetterebbe un notevole raccordo con la Didattica dell'Arte, per una tesi davvero multidisciplinare.
L'uso delle fiabe
Altra traccia che voglio lasciarti è un percorso sulla fiaba: Rodari ama lavorare sulle fiabe, le scompone, le distrugge e le ricrea a suo piacimento; le rinnova insieme ai bambini. Su questo argomento avevo proprio ipotizzato un percorso che fa al caso tuo: lo trovi cliccando qui. Si tratta di un'insieme di strategie per manipolare le fiabe: lettura ad alta voce da parte dell’insegnante di una fiaba che sarà materiale su cui lavorare e successivamente operazioni come sbagliare le storie, il «cosa accadde dopo», l’inserimento in una fiaba di un elemento estraneo, l'invenzione di una fiaba a rovescio, o ancora le cosiddette «fiabe in chiave obbligata» e l'«insalata di fiabe».
Spero di averti dato alcuni spunti per intraprendere questa avventura!