Magazine Scuola
"Buongiorno, sono la mamma di Sofia e le scrivo in merito ad un problema riguardante la matematica. Mia figlia frequenta la 2^ elementare e ultimamente sta riscontrando dei problemi con questa materia. Adesso stanno facendo le tabelline e sono a quella del 4. A casa io cerco di dare molto supporto a mia figlia e fa sempre qualcosa in più rispetto a quello che viene chiesto a scuola. Questa settimana è stata interrogata sulle tabelline del 2 e del 3 e ha preso 6-; la maestra diceva che non le sapeva. La bambina a casa le tabelline le diceva in ordine cioè 2x1, 2x2 etc, ma se dopo io chiedevo di nuovo ma non in ordine lei incontrava un po’ di difficoltà. La bambina mi dice che la maestra non vuole che usino le mani. Tornata a casa abbiamo ripreso le tabelline che sono state eseguite con massimo tre errori per poi migliorare. Io ho già portato la bambina da una psicologa specializzata in psicologia dello sviluppo e la bambina non presenta nessun tipo di problema. Il problema di mia figlia purtroppo si presenta anche con altri bambini nella classe. Non riesco a capire se la bambina deve sapere le tabelline bene solo in ordine o anche in ordine sparso. Volevo capire meglio se ci sono degli strumenti di insegnamento ben precisi e altrettanto di valutazione. Quello che io le chiedo è un suggerimento di didattica e un parere in merito a questa situazione. In attesa di una sua gentile risposta la ringrazio e le porgo distinti saluti."
Gentile mamma, il quesito che pone non è di facile risposta. Infatti, da una parte c'è una tipologia di contenuto da apprendere, le tabelline, di non facile memorizzazione, uno scoglio per tanti bambini; dall'altra ci sono le insegnanti che insegnano metodi di apprendimento e usano scale di valutazione che spesso i genitori non comprendono. Ma andiamo con ordine e proviamo a trovare una soluzione a questo problema.
Le tabelline: tappe per impararle
Il primo impatto con le tabelline non è sempre semplice: si tratta del primo argomento scolastico che va imparato a memoria, sia come sequenza che come fatto numerico a sè (ovvero ogni combinazione dovrebbe essere recuperabile nella mente in pochi secondi, senza fare calcoli). Ovviamente questo processo avviene lentamente: al bambino si chiede prima di memorizzare la sequenza dei risultati di ciascuna tabellina, poi di associare i risultati alle corrispondenti operazioni, infine di impararle "saltando" ovvero a trasformarle, come si diceva, in fatti numerici, recuperabili all'istante. Tra la seconda e la terza classe di scuola primaria, ogni bambino con tempi diversi apprenderà le tabelline con più o meno sicurezza.
Tabelline: segnale d'allarme per i DSA
In questo caso, lei mi dice che la bambina è già stata valutata da una psicologa specializzata che non ha riscontrato campanelli d'allarme che facciano pensare a un disturbo dell'apprendimento. Ha fatto bene, perché difficoltà nella memorizzazione delle tabelline (insieme ad altri fatti numerici come addizioni e sottrazioni entro il 10) sono segnali, sintomi di discalculia, ovvero di un Disturbo Specifico dell'Apprendimento, in questo caso matematico. Se l'esito della visita fosse stato differente e la bambina fosse stata riconosciuta discalculica allora avrebbe avuto diritto ad utilizzare strumenti compensativi come ad esempio la tavola pitagorica, essendo esente dalla memorizzazione.
O forse semplici problemi di memorizzazione?
In questo caso, probabilmente, la bambina ha solo una difficoltà dovuta all'incontro con un argomento nuovo; è facile che sia una bambina che di sua natura fatica a memorizzare le cose, o che semplicemente non ami la matematica. Sicuramente è un problema passeggero: si risolverà col tempo. Non dobbiamo spaventarci, però, se questo problema permane, magari con le tabelline più difficili (quelle più "alte", del 7, 8 e 9): ci sono bambini che ancora in classe quarta e quinta necessitano di usare le mani o hanno trovato delle strategie di memorizzazione tutte loro, che usano in mente, senza farsi vedere. Si compensa, dunque, e tutto torna alla normalità.
Come esercitarsi a casa: giochi e automatismi
Se si vuole, anche a casa, supportare questo tipo di apprendimento è necessario un po' di tempo ogni giorno. Lo so, è faticoso anche solo ricordarsene, ma è utilissimo. Infatti, in una situazione di normale apprendimento, solo la ripetizione può aiutare la memorizzazione. Si possono ripetere anche solo cinque minuti in macchina andando a fare sport, oppure con giochi (ce ne sono molti in commercio, o anche fai da te) come memory delle tabelline. I giochi, in particolare, aiutano anche in caso di memoria visiva per imparare la tabellina così com'è.
Gli obiettivi di tutto questo sono: ottima padronanza delle sequenze del risultati delle tabelline, ottima padronanza delle tabelline ripetute in ordine e, infine, anche "saltando" da una all'altra, prima all'interno della stessa tabellina, poi tra tutte; fino ad arrivare ad avere un automatismo.
Un consiglio immediato: confrontarsi con le insegnanti
Io non sono in quella classe e non posso sapere se il metodo utilizzato è giusto o se ciò che viene richiesto ai bambini è idoneo. Forse l'insegnante ha puntato in alto perché la maggior parte dei bambini non fatica, o forse non si è resa conto ancora di alcune difficoltà. Il consiglio in questo caso è parlare all'insegnante e esporre con tranquillità le proprio perplessità, elencando dettagliatamente dove la bambina fatica e chiedendo consiglio su come prepararla. Se, come mi sembra di capire, il problema è esteso a più bambini, allora è il caso di coinvolgere la rappresentante di classe per farsi portavoce di una problematica comune.
Così l'insegnante potrà provare altri metodi di insegnamento, in modo da arrivare a tutti i bambini; oppure potrà decidere di far utilizzare ad alcuni bambini uno strumento compensativo, in attesa della piena padronanza dell'argomento.
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