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La magia del Natale

Creato il 15 gennaio 2014 da Frankezze

La magia del Natale

Puntualmente, in corrispondenza di ogni vacanza natalizia, mi si scatenano le consuete fistole coccigee dovute alle altrettanto consuete svenevolezze anali per tutti quei momenti che devi condividere insieme in allegria per la gioia di Maria e per la santa annunciazione del figliuol suo il re dei re. Di questi tempi poi le gestazioni sono più dolorose, per via dell’ormai certificato predominio culturale del bisturi a forma di cazzo. Anche se il vero cazzo non è proprio il bisturi, ma questa dannatissima egemonia formativa e totalizzante delle foto. Foto ovunque, foto al cazzo, foto al culo, foto al mulo. Alla zia morta, alla tazza del cesso, alla colazione avariata. Eddai facci una foto, instagrammala, fammi mettere il filtro, fammi caricare la Canon, applica, ruota, converti, seppia, #picoftheday

E quindi dice che devi sorridere ogni tanto, o quantomeno fai le labbra da gallina metti che c’è un gallo ipodotato nei paraggi. Ridi e fai vedere le tette, che c’hai le condivisioni e poi i tag e poi vedi se sono uscita bene cazzo, ridi Frank, ridi cazzo che stai sempre col broncio. Ma di che cazzo mi devo ridere cristo, sono almeno 23 anni che non rido. E dice non stare teso che se no vieni teso, ma io non so che cosa voglia dire non stare teso, dice chiudi gli occhi e pensa alle cose belle ma io non so che cosa voglia dire pensa alle cose belle, io c’ho il massacro dentro, se chiudo gli occhi penso ai bombardamenti di Dresda, a Belgrado, a Srebrenica, alle cover band di Rino Gaetano, a sto cazzo di #coglioneNO, ai buongiorno di Gramellini, al libro di Paolo Sorrentino, ai diti al culo di Marco Travaglio, alle ovazioni per il vattene affanculo di Toni Servilllo – che poi si vede che viene dal teatro-, penso al Festival del Giornalismo di Perugia, all’allegria negli autogrill, allo humor sui libri di Fabio Volo, alle foto profilo di Frida Kahlo, penso al “Mondo è più ricco” di IL – Magazine, penso a Christian Rocca, penso a Francesco Costa, a Francesco Piccolo, a Francesco Merlo, a Paolo Mieli, ai mocassini senza calze, ai piuttosto che, ai quant’altro, alle citazioni di Olof Palme, a tutte le citazioni, ai dialoghi nei film di Paolo Virzì (Almeno tu fossi diventato ricco e famoso / Invece povero e ignoto / Scemo / Nemmeno. Normale, che è peggio).

Come faccio a ridere dopo tutti questi massacri? Ripiombo nell’oblio, esco dalle foto, esco per sempre dalle foto e quindi in questo preciso momento storico, se esci dalle foto, sei uscito da questo preciso momento storico, non ti ricorderà più nessuno, sarai una nullità, sarai menzionato come quello che non aveva foto, che non aveva Facebook, quello che non. Per questo, alla fine di ogni merdosissima vacanza natalizia, quando i miei sono belli che andati a letto, mentre tutto il mondo intorno a me piange l’arrivo dell’epifania, io mi sfogo col destino bastardo infame spingendomi in un riottoso quanto isolato gesto di matrice grillina. Afferro saldamente lo smartphone, e in un brodo di spasmo e di tensione scatto un unico, immenso e simbolico selfie mentre piscio sul presepe. E mi scappa un sorriso. Questa è la magia del Natale.

L'articolo La magia del Natale è ovviamente opera di Frankezze.


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