Tanta pioggia, un week end in casa ed ecco che rispolvero i miei vecchi taccuini di viaggio per viaggiare un po’ con il pensiero e superare la depressione invernale. Apro le pagine del primo e una fotografia mi cade a terra, la raccolgo. E’ un po’ scura ma si distinguono 7 sorrisi: 7 ragazze all’inizio di una frenetica serata di un week end a Valencia tra donne.
Non credo di aver mai riso tanto a rileggere un mio diario di viaggio, proprio per questo mi è sembrato il caso di condividere con voi la mia esperienza e consigliarvi vivamente di scegliere questa città per un week end in Europa.
Per Valencia partimmo in 3 senza troppe pretese, ma solo con l’idea di passare qualche giorno insieme lontane dal lavoro.
Forse è stato questo il punto forte della vacanza: non aspettarsi nulla per poi rimanere stupite realmente di una città non enorme, ma comunque con molto da offrire.
Se volete un consiglio su dove dormire a Valencia vi posso dire che l’hotel in cui alloggiamo noi fu l’Expo Hotel. Si trattava di un grande hotel moderno fuori dal centro storico, ma che aveva vari punti a favore:
-avevamo trovato un’offerta notevole e quindi, se questo si somma al super volo low cost acquistato, questa vacanza rappresentava la vacanza low cost che cercavamo;
- non era nel centro storico, ma permetteva di raggiungerlo anche a piedi in 10 minuti;
- di fronte all’hotel c’erano le fermate dei tram e dei bus che ci permettevano di arrivare anche alla zona di mare;
-la colazione era inclusa, ma, non volendo usufruirne, l’hotel era attaccato ad un centro commerciale con negozi e fast food abbordabilissimi.
Nonostante per gli spagnoli il centro storico fosse LONTANO, ci accorgemmo subito che non era affatto vero, e che il concetto di lontananza aveva una interpretazione diversa dalla nostra a Valencia.
Il centro storico di Valencia ci colpì subito: piccolo, raccolto intorno a strade lastricate e bei palazzi, e poi tanti locali e giovani. Insomma una vera chicca.
La prima sera, dopo le prime ore di vagabondaggio per le strade di Valencia, ci portò a sperimentare il primo locale, Radio City: atmosfera carina, un ambiente che potrei definire molto universitario, ma con una sangria decisamente annacquata che ci permise comunque brindare al nostro arrivo, ma anche di decidere di non fare tardissimo in modo da dedicare tutte le nostre energie al giorno successivo in giro per la città.
Uscendo dal locale semi-vuoto, sulla porta quasi venimmo investite da un’ondata di gente in senso opposto, ci guardammo in faccia come idiote e capimmo di non avere ancora compreso le tempistiche spagnole: a Valencia l’uscita serale è dopo la mezzanotte, prima i locali sono praticamente vuoti. Segnatevi questa regola perché se proprio volete godere della movida questo è il ritmo da tenere, Valencia è sicuramente la città con gli orari più impossibili della Spagna.
Visitare Valencia significa sicuramente partire dal centro storico della città. Si tratta di una zona in tipico stile gotico dove alcuni edifici sono assolutamente imperdibili.
In primo luogo la Cattedrale con la sua Torre del Miguelete che permette, a chi arriva in cima, di godere di una stupenda vista sulla città. Ciò che attira di più di questa cattedrale comunque è la sua sala dove custodisce il Santo Graal, il sacro calice dell’ultima cena.
Imperdibile anche la Lonja de la Seda, il vecchio mercato della seta entrato tra i patrimoni dell’Unesco (qui l’ingresso è assolutamente gratuito).
Proprio di fronte all’edificio della Lonja si trova un’altra struttura particolare, ma questa volta completamente in ferro e vetro: si tratta del grande Mercato Centrale aperto tutti i giorni di mattina, tranne il venerdì (che è previsto l’orario continuato fino alle 20,00) e la domenica (giorno di chiusura).
Riavvicinandosi alla zona dei locali ci si ritrova a Plaza de la Virgin, bella, ampia e lucida tutta circondata da bar e panchine, e, di notte, viva e caotica fino a tarda notte.
Uno dei posti che ho più apprezzato di Valencia è stato sicuramente il suo immenso parco che ha preso vita dal letto di un fiume prosciugato: si tratta dei Giardini del Turia.
Il parco attraversa buona parte del centro storico con giardini e piste ciclabili fino quasi ad arrivare al mare. Un consiglio è affittare una bici e attraversarlo tutto, è uno spettacolo nella sua tranquillità fatta di chioschi di bibite e bambini che giocano mentre le auto, qualche metro sopra, creano ingorghi tutt’altro che rilassanti.
Come detto dal nostro hotel potevamo prendere tranquillamente un bus diretto per la zona di mare e, approfittando di una giornata di sole, ci siamo dirette verso la spiaggia.
Devo dire che probabilmente in estate regnerà il caos in quella enorme distesa di sabbia, ma ad inizio primavera tutto era curato, ordinato e calmo, oltre che ricco di ristorantini.
Degli amici ci avevano suggerito di provare una Paella vista mare alla Pepica, un rinomato ristorante del posto, e ne abbiamo approfittato. In ricordo di questo pranzo voglio donarvi un’altra piccola perla di saggezza: se ordinate la Paella, una teglia permette di mangiare abbondantemente a due o tre persone, quindi non fate come facemmo noi che ne ordinammo tre, una a testa, per poi passare un pomeriggio a pentircene.
Altro posto assolutamente da non perdere è la famosissima e spettacolare Città della Scienza. La struttura incuriosisce esternamente grazie all’opera dell’architetto Calatrava.
Si può trascorrere una giornata intera a girare ogni edificio con i suoi musei e le sue istallazioni. Noi optammo per un po’ di riposo guardando uno dei mini-film all’Hemisferic, dove indossando un apparecchio strano da mettere in testa…gli occhialetti non bastano… si ammirano diversi film in molteplici dimensioni (potendo scegliere tra cartoni animati, o documentari…), poi però puntammo direttamente l’Oceanografic lo stupendo acquario. Se siete in alta stagione aspettatevi belle file, noi stesse, nonostante il periodo tranquillo, aspettammo un po’ in fila.
Il nostro week end a Valencia si concluse con una serata tra donne assolutamente fuori programma, ma apprezzata da tutte.
Uniteci ad un gruppo di studentesse in Erasmus a Valencia, organizzammo una cena seguita da giro di locali, e, naturalmente, dal test dell’Aqua de Valencia, una bevanda che dovrebbe essere tremendamente alcolica, ma in realtà a me non lo è sembrata… e non sono un’alcolizzata.
Comunque per chi fosse interessato si tratta di una bibita a base di succo d’arancia, gin, vodka e cava (un vino spumante).
Non mancò neanche qualche tappa per sperimentare tapas, ovunque molto buone, alcune rustiche e a buon mercato, altre decisamente raffinate e tutt’altro che economiche.
Se cercate qualcosa alla mota potete puntare Sagardi: una taperia che sembra molto un locale da aperitivo delle nostre parti. Qui troverete tapas calde, fredde, salate o dolci, insomma per tutti i gusti. Naturalmente non è un locale low cost, ogni tapas va a costare circa 1,80€ e al conteggio finale la spesa non è poca se siete tipi dai voraci appetiti, ma per uno spuntino può essere l’ideale.
Troverete comunque locali da tapas ovunque e per qualsiasi tasca, (un altro esempio da provare è sicuramente la Taberna Amparim, ottima per le patatas bravas).
Un consiglio, per chi non ha ancora visitato questa città ed ha in programma almeno un week end, è di organizzarsi per il periodo del Festival di Las Fallas a marzo.
Si tratta di una festa di primavera in onore del patrono di Valencia: San Giuseppe. La festa ha una durata di 5 gironi e allieta i turisti con costumi d’epoca, sfilate di carri e mascletas ( lo scoppio contemporaneo di migliaia di petardi.
Un’occasione unica che io purtroppo non ho potuto vivere se non in fotografia e che sicuramente mi darà spunto per tornare di nuovo a Valencia, amata città di un week end tra donne.
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