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La mamma sbagliata

Creato il 07 ottobre 2011 da Lanterna
Inutile negarlo: Amelia non è come me. Non lo è nelle cose positive, almeno. Non è brillante, non ha talento con le parole (non parlo di pronuncia, ovviamente: con la mia R...), non ha la mia capacità camaleontica di capire al volo le situazioni/conversazioni e adattarmi.
Ha le qualità di suo padre: è buona e generosa, è socievole e ben poco selettiva, è agile, coordinata e ha un enorme talento per la musica, è creativa ed empatica.
Non è una simpaticona, questo no. Questo è un tratto di Ettore, detto di volta in volta "il ruffiano", "il paraculo" o "lo scaroso", ed è una caratteristica che non sappiamo bene da dove venga: forse da un mio nonno.
Amelia può risultare simpatica, come me o come Luca, ma non è automaticamente simpatica a tutti. Anzi, quando si imbroncia scatena più rabbia che compassione.
Amelia ha un problema: è la prima di casa, mentre avrebbe il carattere per fare la seconda. Lei è la prima ad aprire le porte, dovrebbe avere la testa di un ariete (tra l'altro segno zodiacale di suo padre, primogenito) e invece mi ricorda di più un arciere, che colpisce da lontano ma da vicino è inerme (infatti il suo segno zodiacale è il Sagittario, per chi crede a queste cose).
Il fatto è che noi, essendo lei la primogenita, non possiamo renderci conto di chiederle troppo. E questo la mette in crisi. Ma è anche vero che, per alcune cose, lei è la mia fonte principale e vorrei che imparasse a darmi informazioni senza che io debba mettere mano al diario per cose come "c'è la possibilità al pomeriggio di darti una merenda? c'è qualche bambino che mangia al pomeriggio, prima delle 16.30?" (nello specifico, mi serve per capire se posso darle una minimerenda il giovedì, prima del corso di ginnastica che comincia alle 16.45).
Ieri Luca ed io abbiamo provato a chiederglielo nel modo più semplice e sereno, ma ci siamo arresi: probabilmente Amelia non riesce ancora a capire e ricordare la successione temporale della sua giornata, ha dato risposte contradditorie e confuse. Capendo che ci eravamo arresi, senza essere riusciti ad avere la risposta che ci serviva, Amelia si è messa a piangere.
E mi sarei messa a piangere anch'io, perché nei suoi occhi vedevo il vuoto del tilt, della mente che gira a vuoto per una sciocchezza.
Mi sono resa conto che, anche se cerco di non farglielo pesare perché razionalmente so che non è giusto, le faccio una colpa di non essere come me. Ma non dovrebbe essere lei a sentirsi sbagliata, sono io ad essere la mamma sbagliata per lei.

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