E' dagli anni 70 che in Italia non si riesce a trovare altra economia se non quella dell'investimento edilizio.
Ogni qual volta c'è stato bisogno di risollevare l'economia si è investito tutto sul mattone, con continui condoni e con "piani casa" alquanto discutibili.
Sono ormai vent'anni che questa economia non è più sostenibile. Non è sostenibile perchè in passato si sono tralasciati i controlli sulla qualità costruttiva (i terremoti ce lo fanno notare), le aree agricole si sono ridotte al minimo e il territorio è oramai saturo. Si è costruito ovunque, anche dove non si dovrebbe.
Eppure altri Stati hanno capito da tempo che sono altre le nuove economie sulle quali investire. Economie legate ai fabbisogni quotidiani.
L'economia più sottovalutata in Italia è quella legata alla gestione dei rifiuti.
In Europa si stima che una gestione pienamente funzionante dell'indotto legato alla gestione dei rifiuti, ha un potenziale di 2milioni di posti di lavoro e un fatturato di 150miliardi di euro.
Il problema è che in Italia ci sono grandi interessi economici legati alle attuali discariche e agli inceneritori. Ci sono sentenze documentate con intercettazioni telefoniche dalle quali si evidenziano pressioni da parte di imprenditori dell'incenerimento per non incentivare il riciclo dei rifiuti.
La media nazionale della raccolta differenziata è ferma al 31,7%. A Roma è al 22% (la presenza della discarica di Malagrotta influisce negativamente), Milano è al 35,9% (influenzata dagli inceneritori), Torino al 43,3%, Genova al 27%, Napoli al 16%, Palermo al 7,7%, Catania al 6,8% e Messina al 5,3%. In Europa, solo il Portogallo ricicla meno rifiuti dell'Italia.
Il commissario all'ambiente europeo afferma, come tanti altri insieme a lui, che "è necessario considerare i rifiuti come una risorsa, interrare le risorse in discarica è una politica estremamente deleteria". Quanti altri dovranno dire una cosa così scontata prima che l'Italia si scuota dal suo torpore?
E' solo questione di volontà e non esistono problemi legati "territoriali o ambientali" come qualcuno vorrebbe far credere per nascondersi dietro qualcosa. A due passi da Napoli, la provincia di Salerno differenzia il 71% dei rifiuti e ad Avellino il 67%.
Ma come si fa a perdere un'occasione economica così ghiotta?
Magazine Economia
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