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La mappa delle emozioni

Da Racheleceschin

Mi è stato suggerito un articolo molto interessante che ci aiuta a comprendere meglio il nostro corpo quando è attivato da un’emozione.

Un’indagine, fatta da una squadra di scienziati in Finlandia su 700 volontari, ha evidenziato quali parti del corpo vengono coinvolte quando si prova un’emozione. Ai partecipanti sono state fornite due silhouettes e sono stati esposti a stimoli come espressioni facciali, storie, spezzoni di film. In seguito è stato chiesto loro di colorare le regioni del corpo che sentivano più attivate o meno attivate durante l’esposizione.

Lo studio, pubblicato dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, è stato condotto dallo psicologo Lauri Nummenmaa della Aalto University e questo è il risultato ottenuto:

emozioni corpo 2

In questa immagine i colori caldi indicano le aree fisiche stimolate, mentre i colori freddi indicano quelle disattivate. Gli intervistati hanno riferito che la felicità e l’amore scatenano attività ovunque, mentre pericolo e paura innescano forti sensazioni nella zona del torace. Abbiamo già parlato di come le emozioni coinvolgano l’intero apparato mente-corpo ma questa esperienza, raccontata da 700 persone, rinforza e da validità a molte teorie.

Come si può vedere felicità e depressione coinvolgono la maggior parte del corpo.

L’autore, commentando le immagini, si rende conto di aver trovato un’ulteriore prova che confermi l’intrinseca connessione tra corpo e mente. Spesso ci immaginiamo il sentimento, l’emozione, come qualcosa che esiste solo nella nostra mente, intrisa di significati. Inoltre, dice Nummenmaa, esiste una specifica associazione tra le differenti emozioni e le aree corporee attivate. Questo dato, statisticamente significativo, ci dice che il corpo potrebbe giocare un ruolo chiave nel nostro modo di vivere la gioia e  la sofferenza, laddove il primato è sempre stato dato all’attività mentale.

Questo significa, inoltre, che è lecito e sempre più consigliato passare dal corpo per entrare in contatto con l’emotività che tanto ci spaventa. Molto probabilmente, questo ci aiuterà a vivere le emozioni alleggerendoci un po’ dal peso del significato personale gli attribuiamo.

Proviamo con un esempio: se chiudiamo gli occhi e pensiamo a una situazione in cui abbiamo provato paura, evocheremo una risposta fisica collegata a delle immagini mentali. Proviamo a lasciar andare le immagini che si sono formate nella nostra testa  concentrarci solo sull’attivazione fisica: tensione al collo e al petto, tachicardia, chiusura dello stomaco, tremolio. Se abbiamo la pazienza di stare con queste sensazioni senza caricarci di altre immagini mentali vedremo che l’attivazione piano piano si attenuerà. Il corpo è davvero una macchina perfetta e non rimane attivato senza motivo quindi, se non è alimentato da pensieri spaventanti, piano piano si quieterà.

Questo approccio alle emozioni, al corpo e alla mente si sposa bene con la prospettiva della mindfulness di cui abbiamo già parlato. Osservare e avere consapevolezza dei propri stati fisici e mentali può quindi essere un modo molto efficace per fare pace con noi stessi e accettarci.

Citando il maestro tibetano Yongey Mingyur Rinpoche:

Un approccio più costruttivo alle emozioni negative, simile a quando si lavora con i pensieri negativi, è quello di fermare la vostra attenzione sull’emozione in sè piuttosto che sull’oggetto. Solo guardare l’emozione piuttosto che analizzarla intellettualmente. Non provate a mantenerla o bloccarla. Solo osservatela. Quando riuscite a fare questo, l’emozione non sembrerà così grande o potente come lo era inizialmente.”



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