”Nel momento in cui l’esito elettorale ha dato Berlusconi in sostanziale pareggio con Bersani e si è capito che il suo ciclo politico non era esaurito - mentre dall’altra parte non si è dimostrata solidità di governo - interviene la magistratura con una gragnuola giudiziaria. Vi è in atto il tentativo di ridurre ad azione criminale l’esperienza politica del Pdl, un partito supportato da milioni di voti, e si tenta di riscrivere la storia del nostro Paese, una storia nera con una penna intinta nell’inchiostro nero. Si tenta di eliminare l’uomo politico, Silvio Berlusconi, più votato dal ’94 ad oggi: tutte le persone di buon senso riflettano sul fatto che quanto sta accadendo a Berlusconi potrebbe accadere a ognuno di loro, è emergenza democratica“. Così Angelino Alfano, segretario del Pdl, che ha parlato di ”patologia italiana”, di ”aggressione giudiziaria” e di ”attacco alla democrazia da parte dei Pm”. E il Pdl si mobilita in difesa del suo leader. Silvio Berlusconi è ancora ricoverato in ospedale al San Raffaele per una forte congiuntivite e gli azzurri sono sul piede di guerra. Chiedono uno stop alla pressione giudiziaria che è piombata sulle spalle dell'ex premier, con una marcia simbolica verso il tribunale di Milano, parlamentari, uomini e donne di partito hanno intonato davanti le scale del palazzo di giustizia l'inno d'Italia. Dalla sede dell'Unione del commercio, dove si è tenuta la riunione degli eletti, i parlamentari del Pdl, in gran parte a piedi, sono arrivati fino davanti al tribunale di Milano per manifestare la loro solidarietà a Silvio Berlusconi e si sono riuniti davanti a Palazzo di Giustizia per una manifestazione "silenziosa". Tra i primi ad arrivare gli ex ministri Nitto Palma, Gianfranco Rotondi e l'ex ministro Mariastella Gelmini e le parlamentari Laura Ravetto e Nunzia Di Girolamo. Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha motivato la manifestazione davanti al tribunale con "tre fatti gravissimi": il mancato riconoscimento del legittimo impedimento ai parlamentari avvocati Ghedini e Longo, la visita fiscale a Berlusconi e la richiesta di giudizio immediato da parte della Procura di Napoli. "Abbiamo un interlocutore di cui ci fidiamo che è il presidente della repubblica, anche presidente del Csm, e a lui affideremo la nostra preoccupazione per l'emergenza democratica. Abbiamo grande rispetto per il presidente della Repubblica Napolitano e siamo dispiaciuti perché non volevamo esser qui, poi la situazione si è aggravata viste le notizie di stamani. A Napolitano affideremo la nostra preoccupazione per l'emergenza democratica.". Così Alfano ribadisce il significato della manifestazione a Palazzo di Giustizia di Milano e poi continua: “Stanno tentando di eliminare per via giudiziaria Silvio Berlusconi. E' uno scandalo ed io sono personalmente scandalizzato per le questioni giudiziarie. Valutiamo di non partecipare alle prime sedute del Parlamento perché quello che sta accadendo è contro i principi della democrazia e delle Istituzioni repubblicane che il Pdl ha sempre rispettato. Il Pdl non ha interesse a mercanteggiare poltrone con il Pd. Il Pdl ha le idee chiare: già nel 2006 con 24 mila 'dubitatissimi' voti la sinistra elesse il presidente della Repubblica. Adesso vorrebbero fare lo stesso anche se tra noi e Bersani è finita pari, con la sola differenza di un decimale. Già nel 2006 - aggiunge - Berlusconi, anteponendo gli interessi del Paese a quelli di parte, offrì la propria collaborazione a Prodi nell'esclusivo interesse del Paese e Prodi rifiutò. Esattamente come oggi rifiuta Bersani. Il rischio é quello che adesso il Pd ceda voti a Grillo, come loro dicono no a noi, così Grillo dice no a loro.”.
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”Nel momento in cui l’esito elettorale ha dato Berlusconi in sostanziale pareggio con Bersani e si è capito che il suo ciclo politico non era esaurito - mentre dall’altra parte non si è dimostrata solidità di governo - interviene la magistratura con una gragnuola giudiziaria. Vi è in atto il tentativo di ridurre ad azione criminale l’esperienza politica del Pdl, un partito supportato da milioni di voti, e si tenta di riscrivere la storia del nostro Paese, una storia nera con una penna intinta nell’inchiostro nero. Si tenta di eliminare l’uomo politico, Silvio Berlusconi, più votato dal ’94 ad oggi: tutte le persone di buon senso riflettano sul fatto che quanto sta accadendo a Berlusconi potrebbe accadere a ognuno di loro, è emergenza democratica“. Così Angelino Alfano, segretario del Pdl, che ha parlato di ”patologia italiana”, di ”aggressione giudiziaria” e di ”attacco alla democrazia da parte dei Pm”. E il Pdl si mobilita in difesa del suo leader. Silvio Berlusconi è ancora ricoverato in ospedale al San Raffaele per una forte congiuntivite e gli azzurri sono sul piede di guerra. Chiedono uno stop alla pressione giudiziaria che è piombata sulle spalle dell'ex premier, con una marcia simbolica verso il tribunale di Milano, parlamentari, uomini e donne di partito hanno intonato davanti le scale del palazzo di giustizia l'inno d'Italia. Dalla sede dell'Unione del commercio, dove si è tenuta la riunione degli eletti, i parlamentari del Pdl, in gran parte a piedi, sono arrivati fino davanti al tribunale di Milano per manifestare la loro solidarietà a Silvio Berlusconi e si sono riuniti davanti a Palazzo di Giustizia per una manifestazione "silenziosa". Tra i primi ad arrivare gli ex ministri Nitto Palma, Gianfranco Rotondi e l'ex ministro Mariastella Gelmini e le parlamentari Laura Ravetto e Nunzia Di Girolamo. Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha motivato la manifestazione davanti al tribunale con "tre fatti gravissimi": il mancato riconoscimento del legittimo impedimento ai parlamentari avvocati Ghedini e Longo, la visita fiscale a Berlusconi e la richiesta di giudizio immediato da parte della Procura di Napoli. "Abbiamo un interlocutore di cui ci fidiamo che è il presidente della repubblica, anche presidente del Csm, e a lui affideremo la nostra preoccupazione per l'emergenza democratica. Abbiamo grande rispetto per il presidente della Repubblica Napolitano e siamo dispiaciuti perché non volevamo esser qui, poi la situazione si è aggravata viste le notizie di stamani. A Napolitano affideremo la nostra preoccupazione per l'emergenza democratica.". Così Alfano ribadisce il significato della manifestazione a Palazzo di Giustizia di Milano e poi continua: “Stanno tentando di eliminare per via giudiziaria Silvio Berlusconi. E' uno scandalo ed io sono personalmente scandalizzato per le questioni giudiziarie. Valutiamo di non partecipare alle prime sedute del Parlamento perché quello che sta accadendo è contro i principi della democrazia e delle Istituzioni repubblicane che il Pdl ha sempre rispettato. Il Pdl non ha interesse a mercanteggiare poltrone con il Pd. Il Pdl ha le idee chiare: già nel 2006 con 24 mila 'dubitatissimi' voti la sinistra elesse il presidente della Repubblica. Adesso vorrebbero fare lo stesso anche se tra noi e Bersani è finita pari, con la sola differenza di un decimale. Già nel 2006 - aggiunge - Berlusconi, anteponendo gli interessi del Paese a quelli di parte, offrì la propria collaborazione a Prodi nell'esclusivo interesse del Paese e Prodi rifiutò. Esattamente come oggi rifiuta Bersani. Il rischio é quello che adesso il Pd ceda voti a Grillo, come loro dicono no a noi, così Grillo dice no a loro.”.
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