Arrivati in piazza San Pietro, sono stati salutati da Papa Francesco: «Saluto l’Associazione “Meter”, che da quasi vent’anni lotta contro ogni forma di abuso sui minori. Grazie per il vostro impegno! Come pure i partecipanti alla Marcia per la Vita, che quest’anno ha un carattere internazionale ed ecumenico. A “Meter” e ai partecipanti alla Marcia della Vita tanti auguri e avanti, e lavorare su questo!». Importante la sottolineatura sull’aspetto ecumenico, data la presenza tra i manifestanti di rappresentanti e fedeli della Chiesa ortodossa (tra cui l’ambasciatore Onu, Alexey Komov), di protestanti, evangelici, valdesi ed anche musulmani marocchini. Lo stesso avvenne anche l’anno scorso quando il Pontefice chiese di mantenere viva l’attenzione «sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento». Oltre ad esponenti politici di Forza Italia, Ncd, Unione di Centro, Lega Nord e Fratelli d’Italia, anche quest’anno ha presenziato il card. Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura Apostolica, così come hanno aderito ufficialmente anche diverse diocesi italiane, come quella di Trani-Barletta-Bisceglie.
Quest’anno Furio Colombo, de “Il Fatto Quotidiano”, non ha (ancora?) parlato di “terrorismo”, così come fece l’anno scorso. Il cattolico sui generis Alberto Melloni, invece, ha scelto un lungimirante silenzio, astenendosi dal scrivere che «con la Chiesa questa marcia ha ben poco a che fare». Anche i sempre poco tolleranti militanti dell’Associazione Luca Coscioni non si sono (ancora?) fatti sentire, strano ma vero. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, si è invece distinto un’altra volta per la sua lontananza etica e morale da Papa Francesco, negando il patrocinio del comune di Roma alla “Marcia per la Vita” e scegliendo di patrocinare, aprendolo personalmente, il Gay Pride del 7 giugno prossimo.
Oltre alle agenzie di stampa, pochi i quotidiani nazionali (molti quelli locali, invece!) si sono occupati dell’evento pro-life. “Il Giornale” ha sottolineato la “benedizione” di Papa Bergoglio, considerevole anche il servizio del quotidiano “Repubblica“, autore di un articolo neutrale e, sopratutto, sincero nei contenuti, corredato da immagini molto belle. Tra i vaticanisti, l’unico a parlare delle 50mila persone è stato l’ottimo Marco Tosatti. Su “La Gazzetta del Sud”, Fausto Gasparroni, noto per il bruciante interesse verso gli “intrighi vaticani”, ha tentato il noioso giochino “Papa Francesco vs. Benedetto XVI”, gioendo per il fatto che Bergoglio abbia riservato per i manifestanti solo «uno scarno saluto», perché la difesa dalla vita e della famiglia «non sono i suoi veri cavalli di battaglia, né sono al centro della sua azione di Pontefice». La “Marcia per la Vita” è un’iniziativa locale di fronte al mondo, è ovvio che non vi sia e non vi sarà alcun “appello” del Pontefice, al di là di un saluto e un incoraggiamento. Nessuno si aspettava altro. Rispetto all’importanza di questa tematica per il Papa, Gasparroni dovrebbe essere competente nel suo lavoro ed invece ha dimenticato le parole di Francesco che contraddicono la sua tesi: «La nostra risposta a questa mentalità», ha infatti affermato Papa Bergoglio nel settembre scorso, «è un “sì” deciso e senza tentennamenti alla vita. Per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano, che è la vita più indifesa». Una “priorità” per la Chiesa, caro Fausto.
Un’altra buona notizia prima di concludere: è nata in Italia una nuova associazione in difesa della vita, fondata all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Il suo nome è “Vita è”, con l’intenzione di raggruppare varie realtà già impegnate in quest’ambito. Numerosi i volontari, medici, giuristi e giornalisti che hanno già aderito.