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La Maturità è solo una vacanza mancata

Creato il 20 giugno 2013 da Paperoga
maturita_esame Bah. Se c’è un momento della vita su cui si costruiscono insopportabili retoriche, letterarie ricostruzioni, leggende metropolitan/scolastiche, nonchè scarsissimi romanzi di formazione, quello è proprio l’esame di maturità.

Ieri oggi e domani si troveranno nelle odierne bacheche online, ovvero i social network, ricordi appassionati, incoraggiamenti e pacche sulle spalle, un invito a ricordarsi di questo mattone angolare della propria esistenza.

Tutte cagate.

C’è solo un fondo di verità: la maturità è il collo dell’imbuto che vi consentirà, una volta finita, di entrare in una vita fatta di scelte e non percorsa da un binario obbligatorio e monodirezionale rappresentato dalla scuola dell’obbligo.

Una volta fuori sarete liberi di scegliere, di non scegliere, di suicidarvi socialmente, di rimettervi a studiare quello che volete, di mandare affanculo i libri e apprendere un mestiere, di realizzare il sogno di andarsene dall’altra parte del mondo a chiedere l’elemosina, di aggiustare i pezzi della propria vita un po’ scegliendo e molto inghiottendo, ma alla fine ottenendo un risultato unico, e non scandito da tappe obbligate e uguali per tutti qual’è la scuola superiore.

La maturità è la liberatoria mandata affanculo del più insopportabile dei doveri, ovvero quello di alzarsi la mattina presto, ingoiarsi 5 ore di lezione, tornare a casa per studiare e tornare la mattina dopo con l’incubo di un’interrogazione a sorpresa o di una versione di greco impossibile da tradurre.

Io la scuola me la sogno ancora, e sono incubi spaventosi.

Tutti dicono che l’ansia di un esame universitario batte qualunque cosa, io dico che di fronte al terrore di un’interrogazione liceale l’esame accademico scolora sino a diventare un disprezzabile fastidio.

Cari maturandi, godetevela, ma non l’esame in sè o l’aria che si respira intorno, perchè non c’è nulla di speciale nell’aria. La maturità regala un titolo di studio che averlo o non averlo è uguale, ma in compenso vi libera dai legacci dell’istituzione scolastica e vi lascia liberi di fare il cazzo che volete, nel bene e nel male, della vostra vita residua.

Dunque in alto i calici, e nessuna ansia, tranne quella che finisca tutto il prima possibile, e possiate uscire da quelle mura in tempo per vivere quella che sarà probabilmente l’estate più lunga della vostra vita.

Che poi, la maturità, la mia maturità me la ricordo benissimo, ma solo perchè c’erano i Mondiali di calcio negli USA, e per colpa degli esami mi sono perso un sacco di partite e pure il carosello dopo Italia Bulgaria perchè il giorno dopo c’era l’orale. Lo scritto, poi un disastro. Il compito di italiano, in cui avevo una inossidabile media del 9, escono temacci banali e indecenti, tra cui questo: “Gli ideali di solidarietà e di pacifica convivenza tra gli uomini esigono che le differenze tra gli individui e quelle tra i popoli vengano riconosciute e rispettate come un irrinunciabile patrimonio civile. Quali allora le origini dei sentimenti di profonda avversione e di invincibile ripulsa che caratterizzano spesso gli odierni rapporti tra differenti comunità nazionali e gruppi etnici diversi?”  Ma vi sembra roba? Però il pollo che è dentro di me ci casca con tutte e due le scarpe dentro la banalità e sciorina un tema poco ispirato e buonista, e si becca un 5 e mezzo che la prof. di italiano mi voleva inseguire con un forcone.

La prova di latino, anche lì una bella media dell’8 e decine di versioni di Cicerone e Tacito mulinate come preparazione, e rovinata da un tale e sconosciutissimo Macrobio, palloso autore cristiano, da una tediosa versione moraleggiante, e da un rompicoglioni che mi si attaccò accanto  come una zecca per avere suggerimenti e non mi mollò fino alla fine. Il risultato fu un agghiacciante 5 che la prof. di latino, che era poi sempre quella di italiano, si era convinta che volessi autoboicottarmi gli esami e che agli orali probabilmente mi sarei direttamente cosparso di benzina e dato fuoco senza manco darmi altra pena. Invece gli orali andarono alla perfezione, snocciolai storia e italiano senza nemmeno un’esitazione e mi portai a casa un 54/60 che non soddisfò nessuno tranne me, che alla luce di quei fantozziani scritti mi aspettato un 48 o giù di lì. Ma la prof. di italiano, che mi vedeva candidato al 60, quando la rividi mi mollò una pezza sul viso che doveva essere un buffetto ma non voleva esserlo affatto.

Quindi cari maturandi, lasciate stare la storia e la leggenda. Sarà un mese non diverso dall’anno successivo, per quelli di voi che andranno all’università. Sarà un mese come non lo erano stati nei precedenti anni, quando vi ritiravate a fine maggio e passavate 3 mesi e mezzo di vacanza. D’ora in poi l’estate sarà sempre più breve, da cogliere al volo tra una settimana di ferie e una chiusura estiva dell’ateneo o della fabbrica. La vera novità che vi preannuncia la maturità è proprio questa: le vacanze stanno finendo, provate a sommare quelle che vi siete fatte in tutti questi anni, e a 60 anni sommate quelle che vi sarete fatti d’ora in poi, e vedrete che in 40 anni non le raggiungerete.

E questo è troppo triste per gridare al momento storico e allo spartiacque della vostra vita. Perchè la Maturità in fin dei conti è solo il vostro primo mese di giugno privato delle vacanze.



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