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“La meccanica del cuore” – Mathias Malzieu

Creato il 21 maggio 2012 da Temperamente

“La meccanica del cuore” – Mathias Malzieu“Love is dangerous for your tiny heart.” Il cuore ha ingranaggi complicati e l’amore può rendere instabile il suo equilibrio. Con questo messaggio, il cantante rock Mathias Malzieu prende la penna e si traveste da scrittore. La copertina, una magnifica tavola di Benjamin Lacombe, e il titolo di questo romanzo sono estremamente evocativi e con l’aiuto di poche parole di grande effetto riportate in quarta (“Uno, non toccare le lancette. Due, domina la rabbia. Tre, non innamorarti, mai e poi mai.”) e di un’idea di base piuttosto originale, il lettore resta affascinato pregustando una bella favola.

Tuttavia, affermare che questo libro abbia atmosfere alla Tim Burton, che richiami Edward Mani di Forbice (film che ho adorato), mi sembra un po’ fuori luogo. Il romanzo parte bene, con una sfumatura gotica e personaggi affascinanti, ma pagina dopo pagina rallenta, si trasforma in un bizzarro freak e poi si perde.

Malzieu è un musicista prestato alla scrittura e anacronismi e imprecisioni disseminate qua e là ce lo ricordano continuamente. Il tentativo di imitare le grandi favole dark resta tale e il libro lascia nell’animo del lettore soltanto una pallida impronta della magia che avrebbe voluto narrare.

Tra le cose che mi hanno lasciata perplessa, ci sono frequenti riferimenti sessuali che ho trovato poco calzanti alla tenera età del protagonista, perlomeno all’inizio della storia. I personaggi, inoltre, sono poco caratterizzati e incapaci di creare empatia, rendendo vano lo sforzo di rendere evocativa e originale la narrazione. E dire che l’Autore aveva a disposizione dei tipi davvero interessanti, dalle esistenze sgangherate, ciascuna a suo modo sconvolta dall’Amore: Jack, il bambino dal cuore difettoso e fragile, Miss Acacia, la deliziosa cantante-ballerina andalusa con un difetto alla vista, Mélies, l’estroso orologiaio-illusionista dal sogno d’amore infranto, Madeleine, la levatrice-dottoressa-strega che si prende cura in modo bizzarro di dolori fisici e morali, Joe, il bulletto violento e innamorato, gli amici stravaganti e fedeli.

Il finale, con il suo non-happy-ending, rimette in corsa una storia i cui contrasti e colori surreali avrebbero potuto essere sfruttati meglio, evitando di cadere in alcune metafore scontate e dando un senso meno moralistico ai messaggi sulla diversità, sulla follia dell’amore e sulla paura dei sentimenti. Peccato per l’ottima occasione sprecata. Infine, una curiosità: la trasposizione cinematografica del libro é stata affidata a Luc Besson, sicuramente per il noto campanilismo francese. Ma visto che é citato anche nella presentazione di copertina, perché non a Tim Burton?

Monica Serra (Molly Greenhouse)

Mathias Malzieu, La meccanica del cuore, Feltrinelli, 2012, € 15.00


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