Nella maggior parte dei Paesi africani, e non solo, la carenza di medici e di personale sanitario specializzato è endemica e oltre modo notevole rispetto a quelle che sono le effettive esigenze della popolazione civile.
Per tacere del reperimento dei farmaci, che talora diviene una vera e propria caccia al tesoro.
Quando poi non si finisce quasi sempre ,stanchi e delusi, con lo scoprire che il tesoro non c'é e non ci sarà per lungo tempo.
Ecco allora che se, statistiche alla mano(ufficiali e/o ufficiose che siano), s'indaga con intelligenza e serietà ,salta fuori invece che il numero dei guaritori che praticano la medicina tradizionale , con rimedi tratti dal mondo vegetale e animale, in quei contesti, è enormemente superiore ai cosiddetti sanitari convenzionali e sopperisce all'uopo, nell'immediato, talora anche con buoni , se non addirittura ottimi risultati.
Lo scetticismo degli occidentali ovviamente arriccia immediatamente il naso dinanzi a simili soluzioni(pare già di vederli) senza tenere conto, ad esempio, della grande fiducia che le popolazioni ripongono invece in questo genere di persone, senza dubbio dotate di grande carisma.
E subito viene lanciata l'accusa di stregoneria e il guaritore denominato stregone.
Niente di più sbagliato.
Niente vieta inoltre, dopo che eventualmente le medicine del guaritore non facessero l'effetto sperato, di passare nelle strutture sanitarie, lì dove si pratica la medicina convenzionale.
Sempre che la cosa sia praticabile e il villaggio non disti eccessivamente dalla città dotata di ospedale.
Per me è un vecchio capzioso discorso,perché , parecchi anni addietro, nel corso di un seminario, a Torino ,tenuto da Joseph Ki-Zerbo, il primo e più grande storico dell'Africa nera, il quesito:- "medicina tradizionale è stregoneria?"- fu posto e come e anche con una certa dose di malizia dai partecipanti.
E Ki-Zerbo fu molto chiaro, spiegando e sgombrando il campo da tutti gli eventuali equivoci. Riconoscendo comunque che possono esserci dei truffatori anche nei villaggi africani. Ma non è la regola.
E, quando questi ci sono e si arricchiscono, a spese dei pazienti creduloni, la cosa prima poi diviene di dominio pubblico con le conseguenze che è possibile immaginare.
Quanto meno scatta l' emarginazione del soggetto, se non addirittura la denuncia e la conseguente pena, spesso pecuniaria, dinanzi alle autorità competenti.
Io ricordo che tuttavia furono pochi tra i presenti, allora, a credere alle parole di Ki-Zerbo.
E qualcuno azzardò che il suo parlare era semplicemente quello di un "africano", che voleva difendere a tutti i costi le sue tradizioni e la sua cultura.
Erano anche anni in cui la medicina alternativa, in Italia e in Europa, non era ancora molto di moda.
E non era affatto il business ,non sempre trasparente, di oggi.
Attualmente si sta verificando che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per altro in tempi di "vacche molto magre" un po' dovunque,è giunta a determinazione che l'autentica medicina tradizionale nei Paesi in via di Sviluppo(PVS), può benissimo affiancare la medicina convenzionale e supportarla adeguatamente.
Previo, è naturale, che sia provata la scientificità dei suoi rimedi con accurate analisi di laboratorio.
Anche perché, in genere ,si tratta di farmaci molto più blandi.
Certamente le modalità di trattamento, paziente-guaritore, nei villaggi africani odierni non saranno più quelle che raccontava Ki-Zerbo anni fa ma l'importante è che la medicina tradizionale abbia avuto finalmente la sua rivincita sullo scetticismo occidentale e allontanato da sé, ufficialmente, la taccia di stregoneria.
E non è poco.
Inoltre, sempre per l'OMS, monitorare l'utilizzo della medicina tradizionale, in Africa, America Latina e Asia, significa anche la possibilità di sviluppare politiche sanitarie adeguate a quei contesti.
A cura di Marianna Micheluzzi (ukundimana)