" Non si può riaprire un patto, o qualsiasi altro accordo, ogni volta che c'è un'elezione in un paese dell'Unione. Se così fosse non sarebbe possibile lavorare nella UE ", ha soffermato il cancelliere tedesco, ricordando che il trattato in questione è stato concordato tra i 25 dei 27 membri della comunità ed è tutt'ora in attesa di ratifica nella maggior parte di questi paesi. Non c'è ancora "una data specifica" per questo primo incontro tra i leader, ha detto il portavoce dell'esecutivo tedesco, dato che è condizionato dai tempi molto dilatati dell'insediamento di Hollande all'Eliseo e la presentazione del suo governo.
Nel contesto il deputato e presidente CDU Norbert Röttgen ha affermato: "La posizione del governo federale è chiaramente a favore della continuazione dell'austerità." Altrimenti i tedeschi, in termini economici, finirebbero per pagare un prezzo pesante per questa crisi europea. Questo non deve assolutamente succedere.
Più facile a dirsi che a farsi però, perché la Francia non è l'unico problema con cui si dovrà confrontare il Cancelliere tedesco. In Grecia, i sostenitori dell'austerità sono appena stati adeguatamente puniti e qualcosa di simile potrebbe accadere anche nei Paesi Bassi, che avranno presto un parlamento nuovo di zecca. Tenuto conto della posizione tedesca, i problemi finanziari dei vicini occidentali risaliranno la corrente e non è chiaro se il governo federale si perderà qualcuno dei pochi alleati principali continuando con questa insistenza su una politica di risparmio energetico nell'intero panorama europeo. Il leader conservatore del "non partito" in Spagna o il "tecnico" italiano Monti sono intervenuti in maniera decisamente pesante sull'aggiustamento di bilancio dei rispettivi paesi, ma chiedono anche una sostanziale correzione di rotta nel raggiungere questi obiettivi. Perciò la cancelliera si trova ora in un collo di bottiglia dal quale dovrà assolutamente uscire cercando soluzioni condivise con la nuova realtà politica uscita dalle urne del 6 maggio.