questa me la ricorderò come un’estate così, quella di tutte queste cose:
- prima tripletta in quel di A. in provincia di Belluno, a 1600 metri, ma dal prossimo anno vediamo: anche se siamo appena tornati mi sta venendo voglia di mare (forse. anzi, no)- per la prima volta in vita mia ho dovuto fare i conti con i limiti muscolari, che mi hanno fatto sudare più del solito e messo alla prova con recuperi lunghi e lenti come non ho mai avuto- crisi davanti a una salita, con la paura di aver perso l’entusiasmo dell’alta quota- i prati verdi, gli abeti e le rocce chiare- il ghiacciaio della Marmolada sempre meno esteso, sempre più sciolto, che mi ha fatto venire i brividi e paura per il futuro- alcune gite mai fatte prima e fatte finalmente quest’anno- i nipoti addosso, sulle spalle, sulla schiena, in braccio, negli occhi, nel cuore- un patrimonio mondiale dell’Umanità intorno, che vallo a trovare un paesaggio simile- le Olimpiadi di Londra 2012- le cartine e i libri, anche per questa volta in parte presi in prestito dalla libreria di mio padre, su cui ho però dovuto prendere consapevolezza che sono da cambiare: venticinque anni sono tanti e in questo tempo i sentieri cambiano- le partite a scala quaranta- tre giorni di ferie presi prima della partenza effettiva: la mossa più intelligente che abbia potuto mai fare in fase di programmazione ferie annuali- un’estate da privilegiati: a quanto dicono le statistiche sei italiani su dieci sono rimasti a casa, quindi noi siamo tra gli altri quattro- la voglia struggente di tornare qui moltiplicati, il prima possibile- le lacrime di Alex Schwazer, che fanno più effetto stando qui, quasi dietro casa sua- il letto col piumino, il pigiama invernale, i calzini per dormire- le Dolomiti rosa all’alba e al tramonto- il ritorno in trincea lunedì mattina alle 9, e la presa di coscienza che peggio non potrebbe essereLove,MC
(foto mia, vista del gruppo del Catinaccio Rosengarten dal Passo Pordoi)






