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Penso che ogn'uno di noi sia lo specchio di quello che ha vissuto durante tutta la propria vita e soprattutto durante l'infanzia. Siamo l'unione di tante cose: di esperienze, di amori, di affetti familiari, di profumi, di sapori.Sono sicura che ogn'uno di noi aveva una nonna adorabile, con i capelli bianchi e "cu tuppu", ogn'uno di noi aveva una zia, come zia Pina, magari non sposata, che ti coccolava e ti preparava quello che voleva, magari mettendoti il latte nella bottiglia "r'azzusa" pur di fartelo bere o uno zio, come zio Pietro che non volevi mai smettere di ascoltare per i racconti con cui ti ammaliava, o una zia, come zia Titina, così bella e raffinata che guardavi e che ammiravi tanto per come si vestiva o per come portava i capelli. La nostra vita è un percorso, pieno di svolte, fermate, rotatoie etc. e più bello, ma intrigante è stato questo percorso più belli e ricchi siamo di animo.Vi capita, per esempio, di sentire un odore e di tuffarvi nel passato???A me capita spesso e capita sempre con odori legati a dei cibi che mi preparavano da piccola.Ricordo, per esempio le merende :-), non i mottini di oggi, non le merendine confezionate, ai tempi non esistevano e se mai ci fossero stati, a casa di nonna non le trovavi :-). Ricordo i miei pomeriggi da lei, quando mi faceva le treccine, poi, avevo fame e lei o la zia Pina, mi preparavano, sapete cosa??? il pane caldo con l'olio :-), oppure con lo zucchero!! Mentre a parzo mi avevano preparato la pasta con le sarde e "a muddica atturrata" perchè non c'era il parmigiano :-).Poi, invece, c'era zia Pina, l'altra zia Pina, quando andavamo in campagna da lei, li si che era un turbinio di odori, lei faceva seccare le mandorle che raccoglieva nel suo grande albero e poi ci preparava "a minnulata" :-): l'odore riempiva la casa e ancora oggi, quando la preparo, ricordo sempre "a minnulata" di zia Pina.E che dire di zia Ninfa??? Lei, con le sue curve e le sue profonde scollature, la ricordo con il suo cappello di paglia, la sua pelle colorata dal sole, mentre faceva "u strattu" in campagna: noi dormivamo da lei ed era un divertimento assicurato: altro che giochi elettronici, manco la TV c'era lì :-).Ma poi c'erano le uscite con le compagnette di scuola, ai tempi non ci si preoccupava e allora, ci imbucavamo nella campagna dietro casa, con coltello, sale e bicarbonato e ci facevamo scorpacciate di limoni, alla ricerca "ru bastaiduni", contendendoci la base, quella con il centro che rimaneva, perchè, dicevamo, che ci faceva crescere i capelli :-).Certo, adesso i limoni li porta nonnino, quai a comprarli dal fruttivendolo però!! :-)Poi, c'erano gli odori e i sapori della "zia Vicinzina", la zia dell'America, per noi era una donna, con quell'accento inglese e quell'aria raffinata, che ci affascinava, così come rimanevamo estasiati dalle sue ricette americane, le sue frittelle e le sue formine per fare i dolcetti: che odori che uscivano dalla sua cucina e noi, ancora bambine, inseguendo quegli odori, viaggiavamo con la fantasia verso altri mondi sconosciuti.Ma, ovviamente, la mia vera ispiratrice, la mia musa, è stata sicuramente la mia mamma, una donna sempre impegnata nel lavoro ma sempre pronta a prepararmi la merendina: il suo pezzo forte era la frittatina, quella delle cinque, quando finiva dal lavoro :-).Lei, però, era negata nei dolci, ma i cannelloni e a "pasta o fuinu" che faceva lei e che fa tutt'ora, non la fa nessuno: e ricordo le mattine dei giorni di festa, quelle mattine in cui si preparavano i pranzi importanti, in quelle mattine, io mi svegliavo presto (insomma, a metà mattinata, quando lei aveva già preparato il suo bel ragù) e l'aiutavo con i cannelloni; ecco, sicuramente la dedizione con cui lei preparava questi piatti, mi hanno trasmesso la passione per la cucina, ma i piatti della mia mamma, nessuno di noi figlie, neanche Patrizia, la più brava in cucina, li ha mai saputi riproporre tali e quali e quando domando: <> lei, con quell'eleganza che la contraddistingue, risponde: <> :-)Ma non lasciamo fuori papà, no, anche lui, ha avuto il suo bel contributo, lui che, al ritorno dei suoi viaggi di lavoro, ci portava sempre una ricetta nuova: ancora oggi, però, la sua pasta "alla scaramuccia" rimane un mistero: ma sarà davvero una pasta tipica della calabria o se l'è inventata lui?? E la sua carbonara??? Che sono lui fa in quel modo, ma che è tanto ma tanto buona, è davvero una ricetta che gli ha dato un grande cuoco in uno dei tanti ristoranti in cui ha mangiato??? :-) Queste saranno domande che non avranno mai una risposta ma ci hanno tartassato la mente per anni :-). Ora che ci penso, mentre scrivo, più scrivo e più mi rendo conto come la mia famiglia, sia un concentrato davvero di buone forchette e devo dire che non ce la caviamo per nulla male: mamma con le sue ricette di casa, papà con le sue ricette prese dai vari ristoranti d'Italia, Patrizia, bhe, lei, che dire di lei, lei è...lei è, come dire, lei è un enciclopedia culinaria vivente, non tanto teorica ma più pratica, poi c'è Laura, anche lei bravissima nei suoi piatti in cui è specializzata e poi ci sono io...forse la più innovativa :-), forse un pò troppo per i tempi :-) e la più scenografica, che spesso viene presa in giro per le foto che prima deve fare al piatto e quai a chi comincia a mangiare :-).Ecco, questa sono io: l'amore di mia mamma e del mio papà che mi hanno cresciuta, l'unione di tutti gli zii che mi hanno affiancata, i sapori e gli odori che mi hanno accompagnata negli anni, tutti i percorsi che ho dovuto affrontare.E Oggi?? Oggi, anche alle mie bimbe cerco di farli crescere con l'amore verso ciò che ci circonda: le faccio uscir fuori a raccogliere i gelsomini per fare il gelo di "mellone", a raccogliere la mentuccia o il basilico per fare il pesto, ad impastare con le loro manina per far la pasta fresca o il pane, a pulire il pomodoro :-) per far le bottiglie.....insomma, vorrei che anche loro, da grandi, ricordino i "loro" odori e i loro sapori, domani come oggi, oggi come ieri, basta volerlo.Ed ecco, è così che è nato "Le leccornie di Danita" prprio perchè volevo che tutti i miei ricordi culinari, che tutte le ricette che ho appreso dalla mamma, da papà e altre che negli anni ho messo appunto, non andassero perduti, ma fossero concentrate tutte in uno spazio, nel mio spazio