La ministra Paola Severino parla e noi l’ascoltiamo con attenzione perché ha detto tre cose che ci hanno particolarmente incuriosito. La prima è stata: “Mai più leggi ad personam”. Ci verrebbe da chiederle: “Ma come, quelle approvate finora non erano leggi buone per tutti gli italiani come ci hanno ripetuto per anni i berluscones?”. Sarebbe un puro esercizio retorico e quindi, soprassediamo. La seconda: “Va prevista una forma di reato di corruzione che non riguardi solo i pubblici ufficiali ma anche quella privata all’interno delle imprese”. Una bella svolta, questa, perché se dovesse passare probabilmente la buona uscita per chi si rende colpevole di corruzione non supererebbe i dieci euro, da prendere passando dal Via prima di andare in gattabuia, e non i cinque milioni e più come accaduto di recente. La terza riguarda il sovraffollamento nelle carceri. La ministra è rimasta colpita dalla visita fatta con papa Ratzinger a Rebibbia e da quel momento ha deciso di inserire il problema fra le priorità del suo dicastero. Da ministro dell’Interno sa che non può decretare nessuna amnistia ma, assicura, si possono creare meccanismi di detenzione alternativa per coloro che sono in attesa di giudizio, che sono migliaia. Insomma, forse perché donna, e quindi dotata di una sensibilità maggiore del suo predecessore maschio (oddio!), la Severino sembra intenzionata a dar seguito alle voci di dolore che ha sentito a Rebibbia, sicuramente un segnale di civiltà, certamente un segnale di umanità che, nel periodo natalizio, fa terribilmente pèndant. Chi invece non cambia mai è Silvietto vostro, il Capataz che è ancora convinto che Ruby sia la nipote di Mubarak, Nicole Minetti vestita da suora una novizia in attesa degli ordini monastici e Nicola Cosentino un bersagliato dalla malasorte. Approfittando come sempre dei giornalisti ansiosi di sapere da lui come va il mondo, Silvio ormai ci ha abituato a conferenza stampa volanti nei corridoi del tribunale di Milano, dove è costretto a recarsi con una certa frequenza. È accaduto anche ieri e puntualmente le sue dichiarazioni hanno fatto, almeno, il giro d’Italia e del solito Cantone svizzero. Ha esordito con una panzana: “Mai detto di voler staccare la spina al Governo”, quando tutti sanno che non è così e che pur di serrare le fila dei suoi ha dovuto sparare una sequela di cazzate come mai prima d’ora. Poi, assumendo la posa del ragioniere a tempo perso, si è vestito dei panni del fine economista per una ovvietà disarmante: “La manovra in corso di approvazione al Senato è di tipo recessivo”. Mavalà! Certo, dopo dieci anni di suoi governi durante i quali l’Italia non è cresciuta manco dello 0,1 per cento, Silvio si rende conto che per tappare i buchi è necessario prendere i soldi dove ci sono, possibilmente continuando a non intaccare i grandi patrimoni come il suo. Ma prima di affrontare il problema dei problemi, il beauty contest sulle frequenze televisive, l’ex presidente del consiglio ha parlato anche della Lega. “Trovo strano – ha detto Berlusconi – che non vogliono l’Imu. L’hanno votato anche loro quando lo abbiamo proposto noi. Non so cos’è successo nel frattempo”. Forse è successo quello che Dario Franceschini ha detto alla Camera, “Dopo anni nei quali i leghisti sono stati dei fedeli e allineati soldatini, ora hanno deciso di vestire i panni dei guerrieri”. Ma l’argomento sul quale si esprime al top è quello delle frequenze televisive. Silvio insiste nel dire che una eventuale asta andrebbe deserta quando sa che non è vero, che gruppi di imprenditori, ora che il Capataz prende il caffè da solo al bar del tribunale, hanno in animo di tuffarsi nel mercato televisivo e che lo stesso Michele Santoro ha detto di volerci investire in prima persona. Silvio ha preso a pretesto la posizione di Sky dicendo: “Sky ha detto di non essere interessata, prevedo quindi che non ci possa essere nessuno in grado di portare capitali importanti”. Peccato che proprio da Sky, nei giorni scorsi, sia arrivata una precisazione che taglia la testa al toro: “Non siamo interessati al beauty contest – hanno detto gli uomini di Murdoch – perché tende a favorire la Rai e Mediaset. Continuiamo invece ad essere interessati alle frequenze televisive”. Basta cambiare il senso di una frase o omettere qualche parola ed ecco pronta la migliore delle versioni di comodo. E poi, cari amici e confratelli di incazzature, se uno non è interessato a un provvedimento mica dice “Questa è un’imboscata”, quando quel provvedimento al quale non è interessato viene approvato una volta messo all’ordine del giorno dei lavori della Camera. O no? Silvio non cambierà mai, i berluscones non cambieranno mai come non cambieranno i gadget di Cuore Toro 2011 alle sue fan, in particolare le farfalline acquistate a poco prezzo al bazar pakistano. “La felicità è una farfalla che quando inseguita è sempre oltre la portata della vostra mano, ma che se sedete può posarsi tranquillamente su di voi” (quiz cinefilo facilissimo). Auguri, Nicole.
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La ministra Severino parla di giustizia, Silvio di farfalle e di tv. Non finirà mai
Creato il 20 dicembre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
La ministra Paola Severino parla e noi l’ascoltiamo con attenzione perché ha detto tre cose che ci hanno particolarmente incuriosito. La prima è stata: “Mai più leggi ad personam”. Ci verrebbe da chiederle: “Ma come, quelle approvate finora non erano leggi buone per tutti gli italiani come ci hanno ripetuto per anni i berluscones?”. Sarebbe un puro esercizio retorico e quindi, soprassediamo. La seconda: “Va prevista una forma di reato di corruzione che non riguardi solo i pubblici ufficiali ma anche quella privata all’interno delle imprese”. Una bella svolta, questa, perché se dovesse passare probabilmente la buona uscita per chi si rende colpevole di corruzione non supererebbe i dieci euro, da prendere passando dal Via prima di andare in gattabuia, e non i cinque milioni e più come accaduto di recente. La terza riguarda il sovraffollamento nelle carceri. La ministra è rimasta colpita dalla visita fatta con papa Ratzinger a Rebibbia e da quel momento ha deciso di inserire il problema fra le priorità del suo dicastero. Da ministro dell’Interno sa che non può decretare nessuna amnistia ma, assicura, si possono creare meccanismi di detenzione alternativa per coloro che sono in attesa di giudizio, che sono migliaia. Insomma, forse perché donna, e quindi dotata di una sensibilità maggiore del suo predecessore maschio (oddio!), la Severino sembra intenzionata a dar seguito alle voci di dolore che ha sentito a Rebibbia, sicuramente un segnale di civiltà, certamente un segnale di umanità che, nel periodo natalizio, fa terribilmente pèndant. Chi invece non cambia mai è Silvietto vostro, il Capataz che è ancora convinto che Ruby sia la nipote di Mubarak, Nicole Minetti vestita da suora una novizia in attesa degli ordini monastici e Nicola Cosentino un bersagliato dalla malasorte. Approfittando come sempre dei giornalisti ansiosi di sapere da lui come va il mondo, Silvio ormai ci ha abituato a conferenza stampa volanti nei corridoi del tribunale di Milano, dove è costretto a recarsi con una certa frequenza. È accaduto anche ieri e puntualmente le sue dichiarazioni hanno fatto, almeno, il giro d’Italia e del solito Cantone svizzero. Ha esordito con una panzana: “Mai detto di voler staccare la spina al Governo”, quando tutti sanno che non è così e che pur di serrare le fila dei suoi ha dovuto sparare una sequela di cazzate come mai prima d’ora. Poi, assumendo la posa del ragioniere a tempo perso, si è vestito dei panni del fine economista per una ovvietà disarmante: “La manovra in corso di approvazione al Senato è di tipo recessivo”. Mavalà! Certo, dopo dieci anni di suoi governi durante i quali l’Italia non è cresciuta manco dello 0,1 per cento, Silvio si rende conto che per tappare i buchi è necessario prendere i soldi dove ci sono, possibilmente continuando a non intaccare i grandi patrimoni come il suo. Ma prima di affrontare il problema dei problemi, il beauty contest sulle frequenze televisive, l’ex presidente del consiglio ha parlato anche della Lega. “Trovo strano – ha detto Berlusconi – che non vogliono l’Imu. L’hanno votato anche loro quando lo abbiamo proposto noi. Non so cos’è successo nel frattempo”. Forse è successo quello che Dario Franceschini ha detto alla Camera, “Dopo anni nei quali i leghisti sono stati dei fedeli e allineati soldatini, ora hanno deciso di vestire i panni dei guerrieri”. Ma l’argomento sul quale si esprime al top è quello delle frequenze televisive. Silvio insiste nel dire che una eventuale asta andrebbe deserta quando sa che non è vero, che gruppi di imprenditori, ora che il Capataz prende il caffè da solo al bar del tribunale, hanno in animo di tuffarsi nel mercato televisivo e che lo stesso Michele Santoro ha detto di volerci investire in prima persona. Silvio ha preso a pretesto la posizione di Sky dicendo: “Sky ha detto di non essere interessata, prevedo quindi che non ci possa essere nessuno in grado di portare capitali importanti”. Peccato che proprio da Sky, nei giorni scorsi, sia arrivata una precisazione che taglia la testa al toro: “Non siamo interessati al beauty contest – hanno detto gli uomini di Murdoch – perché tende a favorire la Rai e Mediaset. Continuiamo invece ad essere interessati alle frequenze televisive”. Basta cambiare il senso di una frase o omettere qualche parola ed ecco pronta la migliore delle versioni di comodo. E poi, cari amici e confratelli di incazzature, se uno non è interessato a un provvedimento mica dice “Questa è un’imboscata”, quando quel provvedimento al quale non è interessato viene approvato una volta messo all’ordine del giorno dei lavori della Camera. O no? Silvio non cambierà mai, i berluscones non cambieranno mai come non cambieranno i gadget di Cuore Toro 2011 alle sue fan, in particolare le farfalline acquistate a poco prezzo al bazar pakistano. “La felicità è una farfalla che quando inseguita è sempre oltre la portata della vostra mano, ma che se sedete può posarsi tranquillamente su di voi” (quiz cinefilo facilissimo). Auguri, Nicole.
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