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La musa di Rose Street

Da Marcofre

Mai letto una biografia? Ebbene, è un genere che non avevo mai frequentato in precedenza, e che ho affrontato mesi fa quando ho letto quella dello scrittore delle isole Orcadi George Mackay Brown. Un tipo interessante, per questo ho intenzione, prossimamente, di acquistare la sua autobiografia, anch’essa inesistente in italiano. E che si intitola: “For the Islands I Sing”.

La musa di Rose Street

In questo genere di storie, saltano fuori personaggi, situazioni, ambienti. La tubercolosi, per esempio, che defalcava all’inizio del Novecento un numero impressionante di persone, e anche quelle che guarivano, venivano di fatto emarginate. E, appunto, tanti personaggi, figure che sono scomparse e che capita di vedere solo in pochi film: come il lampionaio.
Ma tra tutte le figure che sono apparse in quel libro, ce n’è una (no, in realtà ce n’è più di una), che più di altre merita una menzione, a mio parere.
Si tratta di una donna bellissima: Stella Cartwright.
Era definita la Musa di Rose Street, Edimburgo. Mackay Brown, che aveva 36 anni quando la incontrò in un pub di quella via, e ne rimase folgorato. Benché fosse un tipo molto timido, con lei (che aveva 20 anni), riuscì a essere sereno, se stesso, e senza paure. Non fu una vera storia d’amore.
Lui in seguito rientrò nelle isole Orcadi, dove visse sino alla morte nel 1996. Continuarono a scriversi, mentre lei ispirava altri poeti di Edimburgo. Uno di essi, di lei dichiarò:

Her physical power was irresistible, almost transcendental. She seemed built for love.

Tra le letture di questa donna, anche Alessandro Manzoni.
Adorava la natura. Non sopportava di vedere una creatura qualunque, soffrire.
Si può essere “sensibilissimi poeti”, e ricevere lodi e apprezzamenti; e nello stesso tempo, essere dei pecoroni. Lo scrivo per quelli che credono che chi scrive è automaticamente una bella persona, e ritengono che la cultura renda “migliori”.
Fate battute migliori, orsù.
Stella Cartwright muore nel 1985, all’età di 47 anni. Alcolizzata. Vendeva le lettere di George Mackay Brown per racimolare un po’ di denaro e comprare qualche bottiglia. Nessuno dei poeti che lei aveva amato, e che aveva ispirato, partecipò ai suoi funerali.
Lei era questa persona qui:


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