tratto da : Salute in Musica – Filippo Massara
Attraverso numerose sperimentazioni, nell’ultimo ventennio, si è accertato che la musica è in grado di agire sull’organismo umano nella sua globalità, contemporaneamente a livello emotivo, muscolare ed endocrino.
La musica, se ascoltata regolarmente, ci consente di prevenire quelle forme di ansia che possono essere l’anticamera dello stress, il grande nemico del sistema immunitario, e contemporaneamente di dare dinamicità alle energie vitali. E’ però necessario sottolineare che la musica, da sola, non può assicurarci un perfetto stato di salute, ma deve essere accompagnata da uno stile di vita equilibrato. Non è difficile capire che ciò che indichiamo come stile di vita equilibrato è semplicemente – come lo definiscono i ricercatori scientifici più avanzati – “il lavoro di prevenzione che non solo renderà più facile e serena la nostra esistenza e ritarderà l’invecchiamento ma migliorerà sensibilmente la qualità della vecchiaia”: LA SALUTE DELL’UOMO SI GIOCA SULLA PREVENZIONE FINO DALL’INFANZIA. LA MUSICA E’ PREVENZIONE.
Sotto l’effetto del suono le cellule del corpo entrano in vibrazione e i diversi organi che lo compongono subiscono una trasformazione. Assistiamo alla modificazione del ritmo cardiaco, del ritmo respiratorio, del flusso sanguigno e della sua ossigenazione, della tensione muscolare, del sistema neuro-endocrino.
Quando un flusso musicale ci avvolge il nostro sistema emotivo e lo stato di coscienza si alterano e producono una modificazione del nostro stato psichico.
Come è facile capire, la musica si presenta come uno strumento complesso, dove il tema della salute abbinato a quello della musica, e quindi il binomio MUSICA E SALUTE, con le molte possibili applicazioni, deve essere affrontato con cautela e molta sensibilità. Ogni persona e’ diversa dall’altra e quindi esiste all’inizio il delicato problema delle scelte musicali adatte a un percorso personalizzato per il benessere psicofisico.
Una musica ben scelta presenta il vantaggio di poter essere vissuta come un elemento privo di pericoli, come qualcosa che può proteggerci, modificare il nostro umore e quindi il nostro comportamento.
La musica tocca anche il nostro immaginario e quindi è un mezzo per ritrovare un’immagine ideale di noi stessi.
Capita spesso che l’ascolto di una musica “giusta” diventi un vero e proprio nutrimento, di alta qualità, per tutte le nostre funzioni vitali.
A volte ci rendiamo conto che la musica è capace di risvegliare la nostra energia, di riorganizzare i nostri sogni di vita, i nostri desideri, di facilitare la caduta dei nostri atteggiamenti di difesa, oppure l’accettazione di noi stessi.
La musica si rivolge ai sensi, al corpo, sia perché è costruita su ritmi che toccano il nostro livello più arcaico, per cui si riorganizzano i ritmi fondamentali dell’organismo, sia perché contiene momenti melodici, che risvegliano la sensibilità e riaccendono le memorie e gli affetti.
Tutte le osservazioni cliniche e le relative considerazioni sull’efficacia della musica, avvenute negli ultimi 40 anni, non ci devono fare dimenticare che i processi attraverso cui la musica può avere degli effetti “terapeutici” devono essere parzialmente approfonditi dalle neuroscienze.
E’ certo però che gli effetti benefici della musica sono numerosi e si trasmettono secondo il principio della ristrutturazione armonica, come avviene in molti fenomeni naturali.
La musica “risuonando” e facendo “risuonare” la struttura biologica di chi ascolta induce alla sincronizzazione dei ritmi originari , e contemporaneamente, promuovendo il rilascio di endorfine, ottiene dei risultati concreti nelle ansie o nelle terapie del dolore, attenuando i fenomeni e dando al paziente la sensazione diffusa di poterli controllare.
Aldilà di tutti questi effetti , concretamente e scientificamente verificati, l’ascolto musicale può definirsi “terapeutico” perché tende a operare un “risveglio”.
Ascoltare la musica come un percorso per la salute significa sapersi concentrare sull’ascolto del proprio corpo, ma significa anche riuscire a riappropriarsi di alcune qualità umane profonde, a volte sopite, vuole dire diventare i protagonisti in prima persona della propria trasformazione, che è la forma più raffinata ed equilibrata di terapia.
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