Molti filosofi pre-rinascimantali come Niccolo Cusanohanno cercato di conciliare fede e ragione, ma spiegavano la prima rapportandola sempre con la seconda. Alla fine del XV secolo Dio sembra diventare solo lo strumento, usato dal clero, per portare alla salvezza dell'uomo, condannando la ragione. L'inquisizione chiuderà definitivamente il laicismo, e solo le personalità forti e irremovibili, coerenti con il loro pensiero, difenderanno quello strumento che deve portare all'allontanamento del dogma crisitiano. Nei secoli post–rinascimentali, più precisamente nel XVII secolo, pensatori come Cartesio e Spinoza, modificando in pieno il concetto di Dio, cercheranno di riportare la ragionevolezza nelle loro riflessioni, il primo addirittura riduce l'uomo al solo pensiero. La ragione, considerate anche le grandi scoperte scientifiche tra cui l'eliocentrismo e il moto terrestre, faranno conoscere una nuova crisi religiosa, e nuovamente il razionalismo diventa unico strumento di approccio nella riflessione filosofica.
Le grandi discordie tra contemporanei,però, porteranno all'insofferenza, di alcuni filosofi, nei confronti della ragione.Primo tra tutti è Blaise Pascal che con la sua massima "Il cuore ha le sue ragione che la ragione non ha", sbarra le porte limitando completamente i limiti di quest'ultima.
In questo contesto di contese filosofiche nasce Giambattista Vico, egli sente il bisogno di creare una nuova scienza lontana dal razionalismo, che ristabilisca completamente la cultura umanistica. Questa scienza è quella che lui chiamerà "La Scienza Nuova",idea rivoluzionaria perché Vico, insofferente nei confronti della ragione, ammette che ci sono conoscenze empiriche che devono essere sfruttate. Questa Nuova Scienza èquella che noi, comunemente, chiamiamo storia. Materia che già aveva avuto un ruolo importante nel Rinascimento con Machiavelli, viene rielaborata dal napoletano.Questa ,grazie alle conoscenze vere e documentate, deve fungere come strumento capace di creare quella che deve essere una Storia Ideale. Come un vero metodo scientifico Vico suddivide in tre fasi la storia: la prima fase è l'Età degli dei, periodo che fa riferimento all'origine dell'uomo e delle prime civilità. Secondo il filosofo, il mondo era abitato da bestioni, dotati di una basilare conoscenza che in quel contesto risultava inutile, questi uomini erano forti ma temevano l'ignoto e, quindi, grazie a quella paura sentivano un bisogno di protezione che ha portato alla creazione degli dei. Seconda fase è l' Età degli eroi:periodo nel quale veniva riconosciuta ad alcuni uomini la natura divina, perché forti e virtuosi.Sorge, però, un problema evidenziato da Vico; questi uomini divini non avevano riguardi nei confronti del povero, ma solo nei confronti dei ricchi.Da questo problema nasce l'ultima fase, portata dalla volontà degli uomini di voler avere un'uguaglianza:" Età degli uomini in cui nascono le Repubbliche, le Democrazie e le Monarchie. L'uomo ha qui finalmente trovato ciò che gli mancava nell'età degli eroi, ovvero, la possibilità di vita in uno stato che riconosce pari diritti a tutti i cittadini. Identificata con la sua epoca, la terza fase potrebbe suggerire una ciclicità della storia, che Vico nega assolutamente.Egli evidenzia il fatto che tutte le fasi sono state stabilite da Dio, quindi dalla Provvidenza, ma deve essere sempre l'uomo colui che dovrà scrivere la sua storia. Eliminando la possibilità della ciclicità storica, Vico aggiunge un altro elemento, che potrebbe spiegare la similitudine degli eventi, a cui da il nome di Corsi e ricorsi storici. Questo spiega la progressione dell'uomo nel contesto storico, secondo questa concezione,infatti,le cose avvengono solo per la debolezza dell'essere umano che spera sempre in qualcosa di meglio,ma che conosce sempre la stessa sorte. I corsi e ricorsisono frutto del tempo e del bisogno dell'uomo vivente in quel contesto.Non conoscendo i nostri bisogni futuri non possiamo mai esclamare con certezza: "La storia si ripete", ma conoscendo gli eventi che hanno distrutto le libertà possiamo evitare tracolli statali. Ecco che quindi la storia diventa mezzo di conoscenza da sfruttareper evitare decadenze,ed è in questa ottica che diventa una vera scienza, capace di spiegare la realtà attraverso eventi passati.Non ci sono regole da seguire per evitare il ricorso, ma basta solo la conoscenza dei corsi per evitare un ripetersi disastroso.Articolo di Dante CianiArticolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.