Ecco la seconda parte dell’intervista a Carlo Nesti, che segue la prima parte della chiacchierata con l’apprezzato giornalista radiotelevisivo di un mese fa.
In questa sezione gli abbiamo sottoposto un paio di quesiti relativi alla Nazionale, prossimamente impegnata ai Mondiali, e alla situazione attuale del calcio italiano.
Quali sono le prospettive della Nazionale italiana ai prossimi Mondiali?
Secondo lei, l’organico è completo o Prandelli apporterà qualche novità da qui a Rio?
Intanto diciamo che si sono verificati dei giochi strani a favore della Francia prima del sorteggio, da cui mi sentirei però di escludere Platini, la cui lealtà mi è nota. La partenza della kermesse non è stata delle migliori, con la grana delle fasce di estrazione, e noi ne abbiamo subito le conseguenze…
Mi domando: se esiste un ranking Fifa e non viene usato, a cosa serve? Fino al 2006 è sempre stato stilato sulla base del rendimento degli ultimi 8 anni, successivamente sono intervenuti cambiamenti piuttosto significativi. In ogni caso i transalpini stanno al 21imo posto, ed è giusto perché è una nazione attualmente in fase di transizione, non c’era quindi alcun motivo per considerarli davanti ad altre compagini molto più pericolose, come pure noi.
Venendo al nostro girone, secondo me l’Uruguay passerà come primo e noi ci giocheremo il secondo posto con l’Inghilterra ma, storicamente, è un periodo più favorevole agli azzurri.
Sarà decisiva, come spesso accade, la partita d’esordio.
A livello generale, quello che mi preoccupa maggiormente è che Prandelli, per non avere problemi tattici, opta sempre per una difesa a 4. Constato solo che agli Europei siamo arrivati in finale giocando, e bene, con un modulo a 3…
Innanzitutto sarà importante capire in che condizione arriveranno a Rio i senatori, soprattutto Pirlo e Buffon.
E abbiamo problemi con gli esterni, perché in Italia non ce ne sono all’altezza; il recupero di Criscito, in questo senso, può essere importante perché mi sembra il più completo tecnicamente.
In attacco l’infortunio di Rossi è grave perché mette in dubbio la presenza di uno dei nostri uomini migliori. E sarebbe bene che Balotelli smettesse coi capricci… Per la potenza del suo gioco e il punto di riferimento che può dare, lui può rappresentare in questa competizione il nostro Vieri, il nostro Riva.
A nostro vantaggio va anche detto che l’attaccante del Milan arriva ai Mondiali in condizioni ideali, noi siamo una delle poche squadre che può permettersi di giocare a una sola punta, inserendo quindi un centrocampista in più. A livello tattico ciò può fare la differenza.
Il calcio italiano si sta rinnovando, tra modifiche societarie (prima Roma, poi Inter) e dirigenziali (Milan, col nuovo assetto).
Quali sono i benefici per il movimento?
Quello che conviene, in termini sportivi ed economici, è benvenuto e inevitabile.
Se vogliamo rassegnarci a un torneo nazionale sicuramente avvincente ma non più al vertice in Europa, possiamo anche rimanere così. In caso contrario è necessario e forse imprescindibile accogliere capitali stranieri per essere competitivi.
Nella classifica dei fatturati societari, Milan e Juventus vengono dal 10° posto in avanti, in questo senso Spagna e Germania, per non parlare di UK, sono messi decisamente meglio. Ormai il mecenatismo non è più sufficiente.
Rimane comunque un fatto confortante: i soldi non sono tutto. Nel calcio, investendo bene, si possono raggiungere obbiettivi. Vedi il caso della Roma. Violentemente contestata dopo la Coppa Italia dello scorso anno, e costretta a vendere anche giocatori di primo piano (Marquinhos, Lamela, Osvaldo), quest’anno ha saputo reinventarsi alla grande, vincendo anche 10 partite di fila e contrastando tuttora la Juve al vertice.
Concludo dicendo che spesso, oltre alle disponibilità finanziarie e alla competenza, ci vuole anche fortuna, soprattutto nella scelta dei giocatori. Mi piace ricordare un episodio, la decisione della Juve del 96’ di puntare su Zidane, quando tutti (Milan compreso, che appunto lo acquistò) scommettevano su Dugarry, anche lui proveniente dal Bordeaux. Sappiamo poi tutti com’è andata…