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La notte del giudizio

Creato il 30 luglio 2013 da Drkino

Cosa accadrebbe se per una notte tutto fosse permesso?

the purge locandina

In un’America dilaniata da violenza e sovraffollamento delle carceri, il governo decide di concedere una notte all’anno in cuitutto è concesso, anche l’omicidio. Cosa accadrà quando uno sconosciuto in difficoltà busserà alla porta di una famiglia barricata in casa?

E se, anche poche ore l’anno, ci fosse permesso dare sfogo alle nostre fantasie più perverse?

A questo quesito prova a rispondere James DeMonaco, autore e regista della pellicola The Purge, che parte da un ottimo spunto nel tentativo di tessere una trama in grado di lasciare un messaggio senza disdegnare però le logiche da botteghino. Impresa ardua.

L’idea alla base de La notte del giudizio, cioè che ognuno possa diventare carnefice per almeno dodici ore, è agghiacciante e potrebbe sembrare l’ottimo spunto di un libro di fantascienza, ma l’abilità di DeMonaco sta nell’ambientare la vicenda in un futuro prossimo distopico, dove la società sembra la copia carbone di quella contemporanea. Le vittime restano sempre le stesse: i poveri. Lo Sfogo annuale concesso dal governo diventa così o un’ottima occasione per vendicarsi di un torto subito, o l’ottimo passatempo delle classi più abbienti.  Durante la Sfogo non c’è spazio per la pietà. Cosa accade allora se il figlio di una famiglia abbiente, i Sandin, decide di aiutare un poveraccio inseguito dai suoi carnefici, facendolo entrare nella loro casa-bunker? Accerchiati da una banda di giovinastri assetati di sangue, i Sandin dovranno decidere se restituire la preda ai  carnefici, come d’altronde richiedono i cacciatori assiepati davanti alla loro porta, o se aiutarlo e prepararsi all’imminente irruzione in casa.

Vigilandia

La notte del giudizio sembra così richiamare due ottime pellicole del passato. Da un lato La decima vittima di Petri, con cui condivide l’idea che legalizzare la violenza possa essere la soluzione ai mali della società moderna; dall’altro Distretto 13 – Brigate della morte di Carpenter con il quale sembra condividere almeno la struttura iniziale: delle persone chiuse in un edificio, accerchiate da tipi male intenzionati, dovranno trovare il modo di liberarsene.  La notte del giudizio, lungo appena 85 minuti, forse troppo pochi per permettere alla trama di svilupparsi al meglio delle sue potenzialità, risulta dal punto di vista della struttura troppo squilibrato. Con un inizio piuttosto lento, anche se carico di tensione, e con la fine arriva troppo presto. Certi passaggi risultano poco credibili, (come quello che vede coinvolto il fidanzato della figlia dei Sandis), i personaggi spesso sono solo abbozzati e troppo legati alle convenzioni di cui spesso questo genere abusa. Ne risulta così un Ethan Hawke,  che sempre più spesso vediamo interprete di pellicole horror (Sinister, Daybrakers), spento e poco calato in una parte che risente dei cliché del thriller.

Sia la fotografia, in alcuni punti un po’ piatta, che lo scarso minutaggio rendono La Notte del giudizio un prodotto forse più adatto al piccolo schermo. La durata, infatti, è un’arma a doppio taglio: se da un lato DeMonaco evita di annoiare, dall’altro amputa il film di quell’ampio respiro di cui la vicenda necessitava per svilupparsi. Il film rimane dunque un’opera ibrida che butta alle ortiche ottime premesse, lasciando l’amaro in bocca.

POTREBBE PROVOCARE BRIVIDI, MA L’EFFETTO NON E’ GARANTITO.

Regia: James Demonaco – Cast: Ethan Hawke, Lena Heady, Edwin Hodge, Tony Oller -  Nazione. USA, FRA – 2013  Durata: 85 minuti


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