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La NSA controlla le telefonate degli americani: scandalo USA

Creato il 08 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
USA, NSA, Obama, intercettazioni, scandalo, Guardian, sicurezza nazionale, privacy

attribution Ryan Somma.

Chissà cosa avrebbe detto Orwell se avesse visto tutto questo.
The Guardian lancia lo scandalo, la NSA controlla le telefonate di milioni di cittadini statunitensi. Sono stati controllati i tabulati di almeno tre agenzie telefoniche e internet provider: Verizon, AT&T e Sprint. The Guardian è, a quanto pare, venuto in possesso di un’ordinanza del 25 aprile, pronunciata dal giudice Roger Vinson, che condanna la Verizon a fornire metadati (cioè i numeri e la durata delle chiamate) per tre mesi all’NSA.

Un provvedimento alquanto strano, che si basa sul Patriot Act, emanato dall’amministrazione Bush dopo gli attentati dell’11 settembre. Il provvedimento non reca però nomi di persone da controllare o un sospetto attentato terroristico, ma opera un controllo di massa.

Questo atto è la prima dimostrazione che le massicce intercettazioni iniziate da Bush continuano anche sotto Obama, che riceve un rapporto su questo traffico dati ogni mattina dalla stessa agenzia governativa.

Lo scandalo inoltre si allarga a macchia d’olio: il Wall Street Journal afferma che viene controllato anche il traffico delle carte di credito dei privati cittadini.
Inoltre si è scoperto che il governo degli Stati Uniti ha avuto accesso ai server  di nove colossi dell’informatica. Si tratta di Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, PalTalk, AoL, Skype, Youtube e Apple.

Tutte si affrettano a negare, Google dichiara di non aver aperto nessun ingresso secondario al governo per accedere ai dati degli utenti privati. Tutte le richieste di esame a quanto pare vengono prese in considerazione separatamente e seguendo pienamente le vie legali. Tuttavia sempre The Guardian dichiara di essere entrato in possesso di una presentazione di 41 slides che avevano lo scopo di insegnare ad usare Prism, programma con cui veniva operato appunto il controllo su mail, usernames, passwords etc.

Durissima la reazione dei democratici, che lamentano la totale noncuranza della privacy dei cittadini, di primaria importanza nell’era di internet. Anche i conservatori si schierano contro Obama, ma più che altro per la sue ipocrisia nelle continue critiche a Bush di cui sembra seguire le orme.

Imbarazzata la Casa Bianca non si pronuncia, sommersa dalle critiche persino dalla redazione del New York Times, la cui linea editoriale di solito appoggia Obama. Solo Clapper, direttore della National Intelligence, dichiara che i tenuti sotto controllo fossero solo cittadini non americani o che vivono all’estero.

La domanda però a questo punto è…chi? Qual è il prossimo passo? Il precrimine? Pensiamo che qualsiasi cosa sia una minaccia tale da giustificare una così grave mancanza di protezione dei dati dei privati?

Il tema della privacy vs trasparenza e sicurezza è uno dei temi caldi dell’era di internet Quando però i valori vanno bilanciati è difficile che la diatriba si risolva a vantaggio di uno solo di essi. Teoricamente potrebbe non esserci nessun problema: se non si commettono atti illegali non ci si deve preoccupare. Ma solo se si considera “legale” sinonimo di “giusto”.

Articolo di Sara Martinetto


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