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La nuova Olimpia Milano targata Armani

Creato il 05 agosto 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

scarioloUn allenatore di grande nome, pezzi pregiati dal mercato europeo, qualche incognita: così l’Olimpia Milano, da quest’anno “Emporio Armani EA7”, tenterà di rovesciare la dittatura senese e di onorare la wildcard ottenuta dal Board dell’Eurolega. Vediamo nel dettaglio questi tre aspetti.

ALLENATORE - Nonostante la non esaltante esperienza al Khimki, conclusasi a metà della seconda stagione di un contratto triennale (avvicendamento con Kurtinaitis all’indomani del mancato raggiungimento delle Top 16), e il fallimento – pur con qualche attenuante – al mondiale turco della scorsa estate, il nome di Sergo Scariolo gode di un notevole prestigio europeo, in virtù di un palmarès comunque invidiabile. L’impegno con la Nazionale spagnola terrà il coach bresciano lontano per buona parte della preparazione: lo staff tecnico è stato dimensionato anche tenendo presente questo problema, con Fabrizio Frates (milanese di nascita) a fungere da assistente, oltre al confermato Mario Fioretti e ad Alberto Rossini. L’arrivo di quest’ultimo, per anni bandiera canturina e protagonista in passato di sgradevoli screzi con il pubblico milanese, ha fatto sollevare qualche sopracciglio. Del resto, la gestione di Livio Proli non si è mai distinta, in questi tre anni, per particolari attenzioni verso la storia della società più titolata d’Italia, e anche il ricorso a una leggenda biancorossa come Dan Peterson per sostituire Bucchi è stato più una scelta di marketing che un tentativo di recupero della tradizione vincente milanese.

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MERCATO - Le indicazioni di Scariolo, la difficile congiuntura economica, la ricca disponibilità di Giorgio Armani: il lettore scelga quale di questi aspetti sia stato più rilevante nel determinare il ricco mercato milanese. Ai confermati Rocca, Mancinelli e Melli si sono aggiunti giocatori di alto livello europeo come Cook, Nicholas, Hairston, Fotsis, Bourousis (già protagonisti in Eurolega), giovani speranze come Radošević (anch’egli già visto in modalità “devotion”) e italiani di complemento (Giachetti, Viggiano). È possibile che il mercato non sia concluso, perché la squadra è a un esterno italiano (per necessità di regolamento) in grado di cambiare Cook dall’essere veramente completa in ogni reparto. Difficile che Giachetti possa assolvere a questo compito, visto che il livornese sembra più produttivo quando può tenere a lungo la palla in mano e ha a disposizione molti minuti. L’identikit sembrerebbe puntare più al pesarese Hackett, ma al momento pare non ci siano trattative in corso.

INCOGNITEMilano ha qualche rebus tattico da risolvere, principalmente a causa della dichiarata volontà di avere quintetti di grande prestanza fisica e atletica. In questa direzione va interpretata la volontà, dichiarata da Scariolo, di usare Mancinelli come ala piccola e Hairston, almeno per qualche minuto, come guardia. L’ex senese è da valutare in questa posizione, mentre la situazione di Mancinelli è la più intrigante: l’abruzzese è un tweener in grado di occupare entrambi i ruoli di ala, con i pro e i contro del caso. Da ala grande, infatti, sconta una scarsa presenza fisica in difesa e il suo post basso perde di pericolosità contro avversari di grande stazza e/o intelligenza. Da ala piccola, invece, emergono alcuni difetti tecnici (il tiro da fuori battezzabile, un arresto e tiro mai visto, la mano destra inutilizzata), ma alcuni punti forti (il citato post basso, l’abilità nel passaggio) potrebbero risultare più redditizi. L’opinione di chi scrive, per quel che conta, ritiene che il bilancio costi-benefici sia più vantaggioso nel secondo caso.

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Resta poi da valutare l’apporto dei due giovani lunghi, Melli e Radošević. L’ex reggiano, argento europeo Under 20, dovrà mettere da parte qualche ingenuità e soprattutto migliorare dal punto di vista mentale. Bisogna spesso combattere con la tentazione di indulgere a spiegazioni pseudo-psicologiche quando si valutano i difetti di un giocatore, ma in questo caso non sembra fuori luogo puntare il dito sulla pericolosa attitudine del ragazzo a finire fuori dalla partita. Per quanto riguarda il croato, proveniente da un’ottima stagione al Cibona Zagabria, occorrerà verificare la sua adattabilità a giocare in una squadra in cui non sia la prima opzione offensiva. Sostituirà sia Fotsis sia Bourousis e potrà sfruttare la sua abilità nel pick and roll duettando con Cook.

TIRANDO LE SOMME - L’organico milanese conta stranieri di sicuro valore, già visti competere ai più alti livelli europei. Questo, insieme con l’ingaggio di Scariolo, è un chiaro segno della volontà di vincere, aldilà degli obiettivi più o meno dichiarati (ogni squadra dovrebbe avere come obiettivo quello di vincere ogni partita). Rispetto all’anno scorso, inoltre, sembra scongiurato il pericolo di avere una costosa collezione di figurine (i giocatori, al netto delle scommesse descritte, sembrano ben complementari e funzionali a una squadra con una sua identità). Al momento, le seconde linee possono destare qualche legittimo dubbio, e sembra proprio la lunghezza dell’organico, unita a un più lungo percorso tecnico già alle spalle, il vantaggio che Siena sembra poter metter in campo nella disfida per il campionato. Ma alla prima palla a due mancano ancora più di due mesi.


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