Questo post non vuole essere una semplice e banale lista delle cose da vedere in Nuova Zelanda, fanno comodo è vero, sono facili da consultare e le informazioni sono reperibili velocemente anche solo scorrendo i titoli dei paragrafi. No. La Nuova Zelanda merita di più. Io voglio raccontarvi la Nuova Zelanda in un’emozione e non tramite un elenco puntato.
L’ho girata con un van verde e viola, con dentro solamente un cucinino, un frigo e qualche armadietto, niente di più ed è stato il viaggio, forse, più bello che abbia mai fatto in tutta la mia vita. L’ho vista e vissuta tra campeggi e cigli della strada, tra lunghe camminate e nottate in piedi e, dopo due anni, ancora ricordo perfettamente cos’è stata per me. Forse spiegare la Nuova Zelanda in un’emozione non è stata poi un’idea geniale, perchè non ne provi una sola, ma diverse.
Dicono che la terra dei kiwi sia l’Italia dell’altro emisfero, è vero solo per quanto riguarda il clima e per la bellezza dei suoi paesaggi, ma sono estremamente diverse tra di loro. L’isola nord è ordinata, moderna, efficiente, l’isola sud è selvaggia, libera e verde.
Forse è il modo in cui l’ho vissuta che mi fa parlare così, ma è un paese dalle mille sfaccettature, dove l’imponenza della montagna si specchia sull’imprevidibilità delle acque oceaniche. Scogliere tanto paradisiache, quanto uscite da un libro di storie di pirati. Immense distese di verde che confondono lo sguardo, portano la pupilla a voler guardare più in là, senza mai averne abbastanza. Pozze termali, assolutamente naturali, nascoste tra i boschi, dove l’acqua si mischia col fango, ma la poesia di vedere qualcosa dove l’uomo, ancora, non ha messo mano ti fa dimenticare di avere ancora i pantaloni addosso, mentre le tue caviglie sentono già il tepore dei 37 gradi.
E poi c’è l’avanguardia che va a braccetto con la storia, i nomi delle strade, le didascalie nei musei, i cartellini al supermercato, tutto è tradotto in due lingue, l’inglese e il maori. Due culture che vivono l’una accanto all’altra e di cui non si può che andarne fieri.
In effetti, descrivere la Nuova Zelanda in un’emozione non basta, questo paese è uno stupore dietro l’altro, è un insieme di sensazioni e colori che a parole si fa, quasi, fatica a rendere l’idea, è semplicemente da vedere e rimanerne abbagliati. Visitarla, scoprirla, viverla è come vedere un’infinità di stelle cadenti, una dietro l’altra, in un cielo completamente nero, è quell’emozione che ti fa aprire la bocca, strabuzzare gli occhi, per poi riassumersi in un sospiro sorpreso, che si traduce in un “oh” quasi sussurrato e che poi muore, lasciando spazio al silenzio.