Della serie: gli scrittori di oggi supereranno i grandi del passato? – 4
Doonesbury di Garry B. Trudeau (da Linus Febbraio 2013)
Uffa, un altro post sulla pagina bianca! Ecco quello che mi è fischiato nell’orecchio quando ieri mi sono seduto alla scrivania per impostare l’articolo (semiserio) di questa settimana sul blocco dello scrittore. Quanti famosi autori di narrativa (o pseudo tali) si sono sentiti rivolgere questa domanda da intervistatori professionisti o da amici? In effetti questa è la classica richiesta ad usum di chi aspira a diventare scrittore e che, trovandosi spesso nella condizione di non avere niente da dire o da raccontare, vuole sapere dai grandi autori come fanno (o hanno fatto) a superare i loro momenti di scarsa vena creativa. Sulla cosiddetta pagina bianca hanno concionato in tantissimi ed esimi critici letterari e mille sono state le soluzioni trovate per superare questo problema che, prima o poi capita a tutti coloro che scrivono romanzi o quant’altro. Ebbene, anch’io che scribacchio per diletto personale (si fa così per dire…) e non sono per niente famoso, sono incappato spesso nella condizione di non avere idee in testa, però a me mai nessuno ha chiesto come ho superato o supero questa impasse. Bene, io ve lo rivelo volentieri e senza farmi pregare. Ormai lo sapete che a me piace condividere le mie (tragicomiche) esperienze personali con gli amici…
Non ci crederete, ma per me la pagina bianca è una cosa bellissima! Un vero e proprio effetto speciale. Rimanere senza idee, condizione che per la maggioranza degli scrittori è una terribile tragedia, per me è invece uno status molto intigrante, è un grande riposo per la mente. La pagina bianca – innanzi tutto – nasconde la mia genialità al mondo esterno, spesso indifferente, se non ostile, verso di me.
Ripeto: io adoro la pagina bianca!
La pagina bianca la immedesimo alla purezza dello spirito che è dono di pochi eletti, la paragono al candore dell’anima che conduce al paradiso in terra. La pagina bianca raffredda i miei bollenti spiriti, mette a tacere la mia conclamata logorrea, mi costringe ad affinare i miei pensieri distratti dai mille spunti che vorrebbero sbracarsi con prepotenza sulla carta…
Ecco spiegato perché io scrivo poco: lo faccio per rispetto dei lettori, per non stancarli troppo con la mia fantasia senza limiti.
Illustrazione di Stefano Misesti
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Ahahahahahah… avete creduto a tutto quanto ho appena scritto?
In realtà di pensieri intelligenti io non ne ho quasi mai e, per me, persino scrivere questo breve post settimanale rappresenta una fatica micidiale che presto mi ucciderà… Ciò che di norma frulla nella mia testa è questo pensiero:
Illustrazione di Maurizio Minoggio (da Linus Febbraio 2013)
Alla prossima settimana.
Nicola